Il 42enne di Taranto che è deceduto la notte del 19 gennaio, avrebbe finito di scontare la pena a breve
La procura di Lecce ha aperto un’inchiesta ipotizzando, al momento, il reato di omicidio colposo in relazione alla morte di un detenuto di 42 anni, Francesco Novellino, avvenuta lo scorso 19 gennaio nel carcere Borgo San Nicola del capoluogo salentino. Lo conferma la presidente dell’associazione Antigone in Puglia, l’avvocato Maria Pia Scarciglia.
In vista dell’autopsia che sarà eseguita venerdì prossimo, dopo la denuncia dei familiari sono stati iscritti nel registro degli indagati i nomi del medico di turno che ha visitato il detenuto e di tre infermiere in servizio quella sera.
“Abbiamo ricevuto una segnalazione su un malore improvviso di un detenuto ristretto nella sezione R1 del carcere di Lecce, durante la notte”, spiega l’avvocato Scarciglia.
“Un compagno di cella ha chiesto l’intervento del personale preposto alla sezione che, stando alla segnalazione, non sarebbe stato immediato, ma sarebbe avvenuto dopo sessanta minuti, tant’è che altri detenuti hanno gridato per avere i soccorsi. Nonostante la battitura delle celle, l’agente penitenziario – ci dicono – sia arrivato dopo un’ora. E il medico è intervenuto dopo 30 minuti e il detenuto, portato fuori dalla cella, è morto”, va avanti Scarciglia.
“Aspettiamo che gli esiti dell’autopsia diano riscontri rispetto non solo al tipo di malore, ma anche ai soccorsi. Vogliamo sapere se sono stati tempestivi o tardivi”, aggiunge. “Ci piacerebbe anche capire se nel carcere di Lecce ci siano un defibrillatore nelle sezioni”, prosegue e poi conclude: “Attendiamo, quindi, l’esito e riserveremo eventuali azioni anche nei confronti del carcere”.
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