‘Ndrangheta: il cervello è a Polsi, ma i tentacoli avvolgono l’Europa

L’operazione Rinascita Scott si allarga in Ungheria con Rinascita 3. Indagato un avvocato di Budapest

Catanzaro – Questa mattina, con il supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale Carabinieri di Vibo Valentia, il Ros ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, a carico di 11 indagati, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso (imputazione riguardante 4 soggetti), riciclaggio internazionale, trasferimento fraudolento di valori, truffa internazionale e altri reati, alcuni dei quali aggravati dall’articolo 416-bis.
Otto indagati sono  in carcere, uno in Ungheria, e tre sono destinatari della misura interdittiva del divieto di esercitare attività imprenditoriali o uffici direttivi di persone giuridiche.

L’operazione ha colpito il clan Bonavota, cui appartiene uno degli ultimi quattro super latitanti italiani inseriti nell’elenco della Direzione centrale della Polizia Criminale, Pasquale Bonavota.

Rinascita Scott

L’operazione, che è stata possibile grazie alla cooperazione con le forze di polizia ungheresi, cipriote, francesi, danesi e britanniche, e con il coordinamento di Eurojust, è la prosecuzione dell’indagine dei Carabinieri del Ros, Rinascita Scott.

Il cervello della ‘ndrangheta è a Polsi

Rinascita Scott, oltre a fornire ulteriore conferma dell’unitarietà della ‘ndrangheta, al cui interno le articolazioni territoriali godono di un’ampia autonomia operativa, seppur nella comunanza delle regole e nel riconoscimento dell’autorità del Crimine di Polsi (RC) – aveva consentito di ricostruire gli assetti della ‘ndrangheta presenti nel vibonese, ritenuta responsabile di associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio, detenzione di armi, traffico di stupefacenti, truffe, turbativa d’asta, traffico di influenze e corruzione.

Riciclaggio in mezza Europa

L’odierna indagine ha documentato l’appartenenza all’articolazione territoriale di ‘ndrangheta attiva su Sant’Onofrio (VV) di quattro soggetti uno dei quali, per agevolare le attività di riciclaggio in favore della cosca, ha costituito una serie di società di diritto italiano, ungherese e cipriota, fittiziamente intestate a soggetti terzi .
In tale contesto è stato colpito da Mandato d’Arresto Europeo un avvocato ungherese risultato intestatario del 50% delle quote societarie di una delle predette società.

Truffa a investitori dell’Oman e sequestri per 3 milioni di euro

Sono state anche ricostruire le dinamiche per una truffa, consumata nel 2017 dall’articolazione mafiosa, a danno di investitori dell’Oman che hanno versato la somma di 1 milione di euro dietro la promessa di ottenere il 30% delle quote di una società cui era riconducibile un compendio immobiliare a Budapest.

I sequestri

Per questa truffa è stato eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni e società per un valore di circa 3 milioni di euro, che ha riguardato 5 società immobiliari (4 delle quali sedenti a Budapest e una a Milano), 2 immobili a Pizzo Calabro (VV), uno yacht intestato a una società ungherese, 4 veicoli immatricolati in Italia nonché rapporti finanziari e conti correnti italiani e ungheresi.

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