Rilevanti i collegamenti della ‘ndrangheta del Vibonese e del Basso Jonio Catanzarese con Lazio e Lombardia, di quella del Crotonese e del Lametino con Lombardia, Emilia e Veneto
Catanzaro – “Anche quest’anno l’attività nel settore penale è stata incentrata in maniera preponderante sui procedimenti aventi a oggetto delitti di competenza della Direzione distrettuale antimafia, essendo elevato il numero dei maxiprocessi per reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti “.
La ‘ndrangheta calabrese e i collegamenti con il Nord
Lo riporta la relazione del Presidente vicario della Corte d’appello di Catanzaro, Gabriella Reillo, per la cerimonia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Distretto catanzarese: ” Tale situazione – spiega Reillo – si pone in diretta e immediata correlazione con il fenomeno della presenza e proliferazione sul territorio di forme complesse di criminalità organizzata.
Sul punto sono dettagliate le indicazioni del procuratore distrettuale che rileva come la ‘ndrangheta operante nel territorio del Distretto di Catanzaro è direttamente interessata dalle dinamiche di gruppi criminali operanti nel Nord Italia, che costituiscono proiezione delle cosche di origine e con cui, pur in presenza di una autonomia operativa, mantengono salde le relazioni.
Così sono risultati vari e rilevantissimi – sottolinea il Presidente vicario della Corte d’appello di Catanzaro – i collegamenti della ‘ndrangheta del Vibonese e del Basso Jonio Catanzarese con Lazio e Lombardia, di quella del Crotonese e del Lametino con Lombardia, Emilia e Veneto.
Sotto il profilo statistico, la relazione di Reillo evidenzia che “dal punto di vista dell’intervento giudiziale i procedimenti iscritti nell’anno per il delitto di cui all’articolo 416 bis sono stati 69, di poco superiori rispetto ai 67 dell’anno precedente, mentre – conclude il presidente vicario della Corte d’appello di Catanzaro – si registra una flessione dei procedimenti iscritti per il delitto di cui all’articolo 74 Dpr 309/90, pari a 68, rispetto ai 93 dell’anno precedente. Sono state avanzate 206 richieste di misure cautelari personali che hanno riguardato 1.126 indagati, di cui 952 per reati di competenza della Dda (371 per custodia cautelare, 198 per arresti domiciliari e 23 per misure interdittive)”
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