Il patrimonio era costituito da immobili di pregio, capannoni e conti bancari
I beni confiscati hanno un valore stimato di circa 8.500.000,00 euro e appartenevano a Antonio Muto, esponente di rilievo della ‘ndranghetista autonoma, attiva nei territori di Reggio Emilia, Parma, Modena e Piacenza, storicamente legata alla cosca di Cutro facente capo a Grande Aracri Nicolino, condannato in via definitiva il 7 maggio 2022 ad anni 10 e mesi 8 di reclusione nell’ambito dell’operazione “Aemilia” per associazione di stampo mafioso, .
La figura ddi Muto è quella di partecipe molto attivo del sodalizio ‘ndranghetista emiliano, osservante delle gerarchie e regole dettate dai capi, fedele alle direttive ricevute condivise ed attuate, raccordo tra la cosca mafiosa ed esponenti delle Istituzioni locali consentendo in tal modo il rafforzamento e l’espansione economica del sodalizio, di chiara matrice imprenditoriale.
L’ ordinanza di confisca ha interessato n. 50 immobili tra cui una villetta di pregio a Reggio Emilia, capannoni industriali, terreni, n. 1 società immobiliare, n. 1 automezzo e 12 rapporti bancarie.
L’intero patrimonio, passato definitivamente nelle mani dello Stato, sarà amministrato dall’Agenzia Nazionale del Beni Sequestrati e Confiscati.
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