Era detenuto in Sardegna, nell’istituto penitenziario di Tempio Pausania
Catanzaro – È tornato in libertà il boss di Cetraro Franco Muto. Lo ha deciso il magistrato di sorveglianza di Sassari che ha disposto il differimento della pena per il “re del pesce”.
Muto, 81 anni, condannato a 20 anni di carcere con sentenza definitiva per associazione mafiosa lo scorso anno nel processo “Frontiera”, l’inchiesta della Dda di Catanzaro contro la sua cosca attiva oltre che sul controllo del mercato ittico lungo la fascia tirrenica cosentina anche nel racket delle estorsioni e nel traffico di droga. Era da mesi rinchiuso nell’istituto penitenziario di Tempio Pausania, ma il suo legale, Michele Rizzo, aveva presentato un’istanza corredata da documentazione medica per chiedere che lasciasse la cella per le condizioni precarie di salute incompatibili con la detenzione in carcere.
Franco Muto ha lasciato nel pomeriggio di ieri in penitenziario di Tempio Pausania per raggiungere la sua abitazione di Cetraro.
Don Ciccio ha una carriera criminale di quelle importanti, il suo nome era uscito nell’inchiesta negli anni ’80 sull’omicidio di Gianni Losardo e poi nel maxi processo “Mafia delle tre province”.
Passato attraverso clamorose assoluzioni è poi incappato nella condanna, a metà degli anni ’90, nell’inchiesta avviata sul controllo del mercato ittico, nella fascia costiera tra Paola e santa Maria del Cedro, il boss di Cetrato si è dedicato anche alle estorsioni e al traffico di droga. Il clan di Franco Muto è coinvolto nelle operazioni “Frontiera” dove fu chiesta, nel 2018, la condanna anche per i figli e per la moglie di Muto, ritenuta la reggente del clan dopo l’arresto del marito.
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