Movimento Agende Rosse: duemila ragazzi al Carlo felice per capire i fenomeni mafiosi

Salvatore Borsellino: “Una cattura che avviene dopo 30 anni è un successo ma una sconfitta”

“Sono grato alle forze dell’ordine, che finalmente hanno catturato quest’elemento dopo anni di latitanza ma non posso definirlo un successo dello Stato. Una cattura che avviene dopo 30 anni non sono un successo ma una sconfitta, è impossibile e che queste latitanze durino decenni, soltanto quando c’è qualcuno pronto a prendere il posto di questi padrini che vengono catturati”. Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, il magistrato ucciso dalla mafia 31 anni fa, spiega così ai duemila ragazzi intervenuti al Carlo Felice per l’appuntamento di Agende Rosse Liguria, il significato dell’arresto di Matteo Messina Denaro.

L’incontro che si tiene ogni anno nel capoluogo ligure, animato da Giuseppe Carbone, presidente della sezione ligure del movimento, diventa, quindi, un momento di riflessione sulla lotta alla mafia alla luce degli ultimi arresti eccellenti. “Questo è un arresto importante perché Messina Denaro è l’ultimo stragista – ha sottolineato Angelo Garavaglia Fargetta Cofondatore del Movimento Agende Rosse – staremo a vedere che cosa succede anche se io giudico ancora più importante l’arresto della sorella per ciò che può nascondere e per quello che sta emergendo”.

“Sicuramente cambierebbe qualcosa in più se lui cominciasse a parlare – aggiunge Angelo Corbo, sopravissuto alla strage di Capaci – e raccontare cos’è successo, non solo nel 92-93 ma anche in questi trent’anni di latitanza. Fino a quando non ci racconterà questa storia sarà solo un arresto eccellente, un altro stragista arrestato, ma questo non significa che la mafia è finita.

Dobbiamo sperare che si decida a parlare e raccontare chi sono i veri mandanti delle stragi”. Ma agli studenti della Liguria, 2 mila in teatro e circa quelli 10 mila che, secondo le stime del movimento, vedranno l’incontro su YouTube, diventa anche occasione per ricordare come la Liguria non sia immune ai fenomeni mafiosi. “Circa il 40% dei sequestri di cocaina avvengono nei porti liguri – ha ricordato il presidente della commissione regionale antimafia Roberto Centi – e negli ultimi mesi ci sono state operazioni che hanno coinvolto anche gli scali di Savona e Vado con quantità di droga molto ingenti, in liguria ci sono 476 beni sequestrati alla mafia, circa 130 dei quali a Genova e gli altri distribuiti in 44 comuni”.

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