Il sottosegretario alla Giustizia Delmastro in visita a Marassi. “Trasferire i tossicodipendenti in comunità e rimpatriare i detenuti stranieri”

Il sovraffollamento di Marassi si può risolvere con il trasferimento dei carcerati nei paesi di origine

Genova –  Ridurre il sovraffollamento delle carceri trasferendo i detenuti tossicodipendenti in strutture e comunità protette. È il progetto, sostenuto dal ministro Carlo Nordio e dal Governo, cui sta lavorando il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. L’obiettivo “sempre rivendicato da Giorgia Meloni”, spiega Delmastro è di “raggiungere non solo la certezza della pena ma anche un’offerta di maggiori garanzie ai cittadini. Sto lavorando ad un provvedimento che immagina di coinvolgere il terzo settore, quelle comunità chiuse in stile San Patrignano, per costruire un percorso alternativo alla detenzione. Le carceri italiane sono ampiamente sovraffollate e secondo gli ultimi dati di febbraio, a fronte di una capienza regolare di 51.285, i detenuti sono 56.319.

E di questi, stando alla relazione annuale al Parlamento, il 30% sono tossicodipendenti: serve un cambio di prospettiva. Però e’ un percorso da condividere con il terzo settore, con le Regioni che hanno la delega alla Sanità e dovranno certificare le cooperative e controllarne la gestione. Con loro e con la magistratura di sorveglianza aprirò un tavolo di dialogo.

I carcerati ci costano 137 euro al giorno

Ma l’ideo del Governo Meloni è anche quella di rimpatriare “tutti i detenuti nella carceri italiane originari della Romania e dell’Albania, Paesi con cui abbiamo già siglato trattati bilaterali, vengano tradotti nella galere dei Paesi di provenienza senza il previo consenso del detenuto, anche se mancano modalità operative e mancano i certificati di esecuzione delle Procure – spiega Delmastro -, ma stiamo lavorando con la Scuola superiore della magistratura per avere una formazione specifica su questo punto e stiamo lavorando con tanti Paesi stranieri alla stipula di trattati bilaterali per il trasferimento dei detenuti senza il previo consenso del detenuto. Ci sono 15 mila detenuti stranieri nelle carceri italiane per una pluralità di reati o per un reato gravissimo, costano 137 euro al giorno, hanno rotto il patto di cittadinanza e non devono più pesare sulle tasche dei contribuenti italiani”.

Marassi, una gestione difficile

Per il carcere di Marassi, il sottosegretario ha sottolineato che la “gestione è difficile anche se vi è un ottimo direttore un ottimo comandante un buon rapporto con la polizia penitenziaria sono gli ingredienti per riuscire a far funzionare la struttura. Poi- continua Delmastro- abbiamo un problema che è quello del sovraffollamento particolarmente intenso determinato soprattutto da tenuti stranieri che sono circa il 60% della popolazione carceraria di Marassi e su quello stiamo lavorando per il trasferimento nel paesi di origine”.

Operazione che in Europa sta già facendo la Danimarca con la delocalizzazione in Kosovo, di 300 detenuti che sarebbero comunque stati espulsi dalla Danimarca una volta completata la pena. Insomma, con l’allargamento dei territori aderenti all’Unione, il concetto è che ognuno si tenga e mantenga i suoi carcerati.

Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta