Nella sua relazione, il presidente Filippo Paganini ha sottolineato anche l’urgenza di modificare la legge 69 del 1963
Genova – “Decine di giornalisti liguri hanno preso parte ai corsi internazionali di formazione professionale per il contrasto alle fake news che si sono tenuti in Finlandia, Paese che figura ai primi posti nelle graduatorie mondiali per l’informazione di qualità. Ora questi giornalisti stanno trasferendo le conoscenze acquisite sul territorio della regione attraverso seminari con i loro colleghi, con gli studenti nelle scuole e con i cittadini, promossi questi ultimi in collaborazione con le autorità scolastiche e gli enti locali. I corsi internazionali sono stati organizzati all’Ordine dei giornalisti della Liguria che si è aggiudicato i bandi di gara per la formazione finanziati dall’Unione europea nell’ambito del progetto Erasmus +”.
A fare il punto dell’attività formativa che è uno dei cardini dello sviluppo futuro dell’Ordine dei Giornalisti della Liguria è stato il suo presidente, Filippo Paganini, nella relazione all’assemblea che ha approvato oggi i bilanci consuntivo 2022 e di previsione per il 2023 dell’ente.
“Oltre ai corsi in Finlandia, l’Ordine ha organizzato seminari al parlamento di Bruxelles sul funzionamento delle istituzioni europee e a Parigi sulla comunicazione pubblica. Anche a questi corsi all’estero hanno preso parte decine di giornalisti liguri che trasferiranno le conoscenze acquisite sul territorio”.
Paganini nella sua relazione ha preso le mosse ricordando che la legge istitutiva dell’Ordine compie sessant’anni ed è ormai obsoleta. Risale al tempo in cui c’erano solo due canali televisivi di Stato, non c’era l’informazione on line mentre oggi siamo entrati nell’era dell’intelligenza artificiale.
“Modificare la legge 69 del 1963 è un’urgenza non più derogabile”, ha detto il presidente dell’Ordine.
I giornalisti chiedono alla politica, cioè al parlamento, di mettere mano alla riforma, al più presto possibile. Per quanto è nelle proprie possibilità l’Ordine dei giornalisti sta introducendo nuovi criteri interpretativi delle norme sull’accesso alla professione per dare riconoscimento a chi svolge il mestiere di giornalista, sfoltendo lacci e lacciuoli burocratici. Ma non basta: serve una riforma complessiva da parte del parlamento così come serve una legge a sostegno dell’innovazione dell’editoria che sta traversando una gravissima crisi con pesanti ricadute occupazionali.
Una crisi che morde il settore anche in Liguria dove suscita preoccupazioni il futuro del gruppo Gedi (Il Secolo XIX e La Stampa).
Paganini ha denunciato, poi, come la recente legge Cartabia sulla presunzione di innocenza menoma il diritto dei cittadini ad essere informati in modo trasparente e completo sull’attività giudiziaria e degli organi inquirenti. Ha ribadito l’urgenza di una riforma del reato di diffamazione a mezzo stampa e di norme che scoraggino le cosiddette querele bavaglio.
Infine, qualche numero: gli iscritti all’Ordine dei giornalisti in Liguria sono attualmente 1.833 in lieve calo rispetto all’anno scorso. Il rendiconto consuntivo dell’ente registra una gestione economica positiva che ha consentito la ristrutturazione della sede con la creazione di una sala da 40 posti attrezzata con le tecnologie informatiche e telematiche, per lo svolgimento delle attività istituzionali.
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