Sono molti i detenuti mafiosi che, tornati in libertà, si rivelano nuovamente coinvolti nelle dinamiche delle cosche siciliane
Palermo – Per le cosche di Cosa nostra palermitana e quelle delle province occidentali della Sicilia, l’assenza di un leader “rende meno stringenti regole e vincoli gerarchici e starebbe favorendo l’affermazione a capo di mandamenti e famiglie di nuovi esponenti che vantano un’origine familiare mafiosa”.
È l’analisi che si legge nella relazione Semestrale della Dia, pubblicata oggi, che mette l’accento anche su come “si assiste, nel contempo, al ritorno in libertà di anziani uomini d’onore che cercherebbero di riaccreditarsi all’interno dei sodalizi di riferimento“.
Dalle recenti investigazioni, infatti, emerge come molti detenuti mafiosi, tornati in libertà, siano stati nuovamente coinvolti nelle dinamiche criminali dei clan di appartenenza.
Questo dovrebbe farci riflettere quando chiediamo di abolire il 41-bis. Perché c’è un motivo se il carcere duro non prevede la rieducazione ma la collaborazione.
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