Le emissioni dei crematori sono regolamentate dall’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) e sono soggette alle prescrizioni in materia di emissioni gassose in atmosfera
Genova – Con
una sentenza recente, del 3 gennaio 2022, il Consiglio di Stato è intervenuto sul monitoraggio e la limitazione delle emissioni dei forni crematori a tutela della salute pubblica.
Una questione rilevante anche in relazione alla procedura in corso di autorizzazione del nuovo forno crematorio previsto a Genova, nel cimitero di Staglieno, per cui il 25 gennaio scorso la Giunta Bucci ha firmato l’approvazione del Progetto di fattibilità tecnica ed economica.
La normativa nazionale che disciplina i forni crematori sotto il profilo della tutela dell’ambiente e della salute pubblica risale al 1934”, spiega il giurista aggiungendo che “all’articolo 338 relativo alle distanze dei cimiteri, e quindi anche dei crematori, dalle zone residenziali afferma che i cimiteri devono essere collocati alla distanza di almeno 200 metri dal centro abitato.
“Queste sono norme di cautela per cui nel caso specifico del forno crematorio occorre che le distanze, in sede di autorizzazione, vadano valutate in base alle eventuali criticità ambientali e sanitarie della zona interessata dalle future emissioni del forno.
Non casualmente lo stesso articolo 338 nel secondo comma stabilisce che per prevedere distanze minori dei 200 metri occorre che risulti accertato dal medesimo consiglio comunale che, per particolari condizioni locali, non sia possibile provvedere altrimenti”.
“Riteniamo significativo il fatto che oggi pomeriggio sia stato votato all’unanimità – compresi l’assessore Gratarola e i consiglieri di Cambiamo! e Lega – l’ordine del giorno delle forze di minoranza che impegnano la Giunta a sospendere le autorizzazioni per nuovi formi crematori in attesa del Piano regionale di coordinamento sulle cremazioni”.
Così i consiglieri regionali della Lista Sansa Ferruccio Sansa e Roberto Centi.
Il crematorio di Staglieno
“A Genova Bucci sta portando avanti il progetto di un nuovo forno crematorio a Staglieno, senza coinvolgere il Consiglio comunale, come richiede la legge regionale, senza ascoltare cittadini e comitati e soprattutto senza una reale necessità – osserva Sansa -. In Liguria già adesso abbiamo più forni crematori per abitanti di quanti non ne abbia la Lombardia, quindi non c’è nessuna esigenza di costruirne nuovi. A meno che l’esigenza non sia di tipo economico importando salme da fuori regione”.
Ferruccio Sansa ricorda anche come gli impianti di cremazione non siano a impatto zero dal punto di vista dell’inquinamento ambientale. “I forni crematori inquinano e molto – sottolinea -. Sono considerate industrie insalubri di prima classe, quindi pericolose per le sostanze che rilasciano nell’aria, soprattutto per la combustione dello zinco presente nelle bare”.
Dove sono gli impianti in Liguria
In Liguria gli attuali impianti di cremazione si trovano: al cimitero dei Boschetti alla Spezia (con progetto di raddoppio dello stesso), a Sanremo presso il cimitero di via Armea e a Genova nel cimitero monumentale di Staglieno (dove il Comune vorrebbe costruire un nuovo forno limitrofo all’attuale). A Savona invece il nuovo polo crematorio dovrebbe entrare in funzione a fine mese, mentre a Imperia verrà realizzato il primo tempio crematorio al cimitero di Oneglia.
“È paradossale che i Comuni liguri potessero deliberare la costruzione di nuovi forni crematori senza basarsi su alcun dato che potesse certificare la reale necessità di nuovi impianti – aggiunge il consigliere regionale della Lista Sansa, Roberto Centi -. Alla Spezia, ad esempio il Comune di centrodestra ha deciso di realizzare un nuovo impianto nel cimitero dei Boschetti, con una potenzialità doppia rispetto all’attuale per poter rispondere, come dichiarato dal sindaco Peracchini, non solo al legittimo diritto dei cittadini spezzini di poter richiedere la cremazione, ma anche alle domande provenienti dalla province confinanti, quindi fuori regione, come Parma e Massa Carrara. Alimentando quindi il dubbio che la reale necessità dietro alla costruzione di nuovi impianti sia solo di tipo economico”.
“Nel Consiglio regionale di domani – conclude Centi – vedremo se tutta la maggioranza si compatterà su questo ordine del giorno o se il voto in Commissione di oggi sarà il preludio ad una spaccatura all’interno del centrodestra”.
Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta