Non ha peli sulla lingua l’AD di Grimaldi Lines che al convegno di Vasta Liguria minaccia di andarsene: “Stellantis ha chiesto le mie navi per la tratta tra Messico e USA, al doppio della remunerazione”
Genova – “Il trasferimento dei depositi chimici a ponte Somalia non è un problema solo per Grimaldi, è un problema per l’intero Paese, sul fronte del lavoro, della sicurezza, della concorrenza, della continuità territoriale e dello sviluppo delle Autostrade del mare”.
A dirlo è Manuel Grimaldi, l’amministratore delegato di Grimaldi Lines che ieri, insieme al figlio Guido, ha partecipato al convegno sul Piano Regolatore Portuale organizzato al Cap di via Albertazzi da Vasta Liguria.
Dalla sua sedia, accanto a Claudio Burlando, e senza peli sulla lingua, Grimaldi ha poi aggiunto una velata minaccia all’amministrazione cittadina: “Occupare Ponte Somalia con i depositi chimici per Grimaldi è un problema ma non insormontabile. Le mie navi sono molto richieste, Stellantis mi ha chiesto di fare la tratta tra Messico e Stati Uniti al doppio della remunerazione”.
Il presidente del primo gruppo armatoriale italiano ha fatto quindi il punto sui risultati ottenuti nell’ultimo anno, “oltre 250 trailer movimentati tra Genova e Savona, un record”, e i numeri dell’azienda, “125 navi e 25 in costruzione, 7.000 lavoratori di cui 300 nei terminal di Genova e Savona”, e poi è tornato a chiedere un “confronto non ideologico ma politico”, perché oggi una contrazione per i nostri traffici non fa bene a nessuno”.
L’addio di Grimaldi al porto di Genova costerebbe 5.000 giornate di lavoro in meno. Un dato che lo scalo non si può permettere.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.