Depositi chimici, Sampierdarena ribadisce il suo NO a Ponte Somalia

Al convegno di Vasta Liguria Michele Colnaghi e Gianfranco Angusti annunciano che la battaglia non è finita: “Sampierdarena, sicuramente, le risposte a questo Sindaco le darà”

Genova – “Io sono il signore del No. E ne vado fiero”.
Comincia così il suo intervento al convegno di ieri, organizzato da Vasta Liguria al Cap di via Albertazzi, Gianfranco Angusti, lo storico leader delle Officine Sampierdarenesi.
Un discorso lungo otto minuti durante il quale Angusti fa il punto su questo nuovo porto in costruzione, tutto cemento e poche merci, e non rinuncia ad attaccare la scelta fallimentare di spostare i depositi chimici di Carmagnani e Superba a Ponte Somalia: “Dall’altra parte della strada c’è una piccola città. Possibile che nessuno si sia posto il problema? Io sono il signore dell’opzione zero perché sono convinto che i depositi debbano andare via da Multedo ma non per venire a Sampierdarena”.

Sono messaggi importanti quelli lanciati dal palco messo a disposizione dall’ex Presidente della regione, Claudio Burlando, messaggi che parlano di una lunghissima battaglia vissuta da Angusti in prima persona. Parole di buon senso: “Nel porto di Sampierdarena ci sono più serbatoi che gru. Siamo già un porto petrolifero”. E ancora: “Dobbiamo guardare al futuro di un porto commerciale. Io difendo Grimaldi perché porta lavoro, e non lavoro per pochi. Per i pochi le soluzioni si trovano. Il problema è che bisogna sedersi a un tavolo per discutere del futuro del porto e della città. Oggi invece c’è soltanto una volontà cattiva, da Doge. Non è questo il modo per parlare con i cittadini”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’intervento di Michele Colnaghi, che annuncia di aver depositato 100 pagine di osservazioni sul progetto di dislocamento dei depositi chimici nella delegazione dove è stato eletto presidente, e poi promette battaglia rivendicando un ruolo forte per il municipio Centro Ovest: “Sampierdarena, sicuramente, le risposte a questo Sindaco le darà”.

Simona Tarzia

Simona Tarzia

Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.

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