La scelta della data non è stata casuale: il 28 aprile per i sardi rappresenta il giorno della rivolta contro contro i Piemontesi, che nel 1794 furono cacciati da Cagliari e poi da tutta l’Isola
Cagliari – La scelta della data non è stata casuale: il 28 aprile per i sardi rappresenta il giorno della rivolta contro contro i Piemontesi, che nel 1794 furono cacciati da Cagliari e poi da tutta l’Isola. Oggi la dominazione è rappresentata dalle basi militari, che tengono sotto giogo la Sardegna, e per gli indipendentisti, dall’Italia stessa. Così è diventato naturale organizzare l’ennesima manifestazione di protesta contro le strutture militari, che in questi giorni sono sede di imponenti esercitazioni, proprio in quella data.
Bersaglio della protesta degli antimilitaristi questa volta è stato l’aeroporto militare di Decimomannu, a una trentina di chilometri a Nord Ovest di Cagliari, che nel progetto di Aeronautica militare e Leonardo, dovrebbe diventare la nuova scuola di formazione internazionale per piloti di caccia ( 200 milioni di investimento).
La base di Decimomannu, che ha sotto il suo controllo il poligono militare di Capo Frasca, è stato fino a pochi anni fa l’aeroporto militare con il più alto numero di voli in Europa fino a quando, nel 2016, la Luftwaffe tedesca ha deciso di abbandonare il sito, anche in seguito alle proteste degli antimilitaristi. Decimomannu ha ospitato esercitazioni di tutti i paesi Nato e non solo.
A questo si sono aggiunte le esercitazioni Nato, previste ogni anno in questa stagione ma che quest’anno, per via della guerra in Ucraina, sono ancora più imponenti. Noble Jump della Nato, Joint Stars della Difesa e Mare aperto, le tre esercitazioni che si protrarranno nel mese di maggio, hanno portato sull’isola carri armati, navi e aerei di 23 Paesi e 10 mila militari.
Contro tutto questo, contro l’escalation militare, i manifestanti si sono dati appuntamento a Villasor per marciare alla volta dell’aeroporto militare. Non altissima la partecipazione che, nel momento di maggior affluenza ha contato forse la presenza di 5-600 persone.
Il corteo, partito dietro lo striscione “Gherraus impari po una Sardinnia libera”, ovvero “Combattiamo insieme per una Sardegna libera”, è stato seguito costantemente da un imponente schieramento di sicurezza e tenuto sotto controllo dall’elicottero.
E’ stata una manifestazione gioiosa e pacifica, che ha visto solo un momento di tensione quando gli antimilitaristi hanno cercato di raggiungere le reti dell’aeroporto, prima deviando il percorso del corteo nei campi e poi cercando di opporsi allo schieramento di polizia che bloccava loro la strada principale. Ne sono seguite cariche con gli idranti e il lancio di qualche lacrimogeno.
Nonostante l’esiguità della partecipazione gli organizzatori si sono dichiarati soddisfatti per aver interrotto, per almeno un giorno, le esercitazioni.
Chiara Pracchi
Giornalista per passione, mi occupo soprattutto di mafie e di temi sociali. Ho collaborato con PeaceReporter, RadioPopolare, Narcomafie, Nuova Società e ilfattoquotidiano.it.
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