Umorismo macabro, morti dal ridere

Dare soldi, vedere cammello

Se non si rasentasse in qualche modo l’argomento funereo, senza timore alcuno di finire per turbare chiunque, a torto, oppure a ragione, ci sarebbe da dire, con la necessaria punta d’ironia, che la vicenda, almeno un po’, finisce per far…morire dal ridere.

Anche perchè nell’appendice della festa in stile circense per la discesa agli inferi della Serie B della Sampdoria e forse ancora più in giù, nel centro della terra dover andò a conficcarsi Lucifero, ne sono state dette e se ne sono viste parecchie. E di tutti i colori. Dal blucerchiato al rossoblù.

Addirittura con il finale a sorpresa delle beghe giudiziarie. Perchè se da una parte la sfilata di cammelli, o dromedari che siano stati, come sfottò per quegli emiri sempre in procinto di presentasi con il trolley zeppo di milioni e scongiurare il fallimento della società per i debiti di Massimo Ferrero, ha suscitato la protesta e la dura posizione delle associazioni animaliste che minacciano ricorsi legali nei confronti dei tifosi genoani, rei di aver portato le bestie tra i botti e i fumogeni per manifesta crudeltà nei confronti della bestia – o delle bestie – per gli autori del funerale medesimo sono in arrivo guai giudiziari.

E comincio intanto a parlare dei cammelli o dromedari. Perchè, insomma, ci stracciamo le vesti per i preoccupanti influssi dei botti di capodanno e quant’altro in occasione di ogni ricorrenza – posa della prima pietra o altra opera lungimirante – sui cani, sui gatti e in generale sugli animali compagnia;  e poi permettiamo una simile barbarie?

E inoltre tutto questo come se non bastasse, la nascita a margine della polemica social per l’affitto di quelle bestie che hanno sfilato fra cori, canti e botti organizzato dai rossoblù per l’addio dei cugini alla serie A. Con, a perenne ricordo, i commenti adirati di qualche settimana  prima con tanto  di polemica per la fuga del lama sulla passeggiata di corso Italia.

Mai fu più azzeccato  il vecchio detto a tutela dei potenziali creditori… “prima dare soldi e poi vedere cammello”. Che, comunque,  è tutto da chiarire chi ha pagato chi, e come. O chi, invece, al momento non avrebbe ancora pagato.

E in fondo come si trattasse di una estrema morale di tutta la vicenda il detto tradizionale rappresenterebbe in suggestiva sintesi ma perfettamente tutta la defatigante trattativa per l’acquisto della società blucerchiata: “Prima vedere soldi e poi vedere cammello”.

Scende in campo anche A.Se.F

Sì, perchè quel corteo funebre, organizzato con velenosa ironia, ma come niente altro che uno sfottò calcistico, nei prossimi giorni rischia perfino di finire nelle aule di palazzo di giustizia per un manifesto funereo comparso in varie parti della città per propagandare la manifestazione goliardica. Manifesto in cui si dice  “WC SANDORIA Ne danno il triste annuncio: la Sud, Marco Lanna, tutto il Cda e le istituzioni. Il corteo funebre si svolgerà venerdì 19 maggio dalla Nord a piazza De Ferrari. In attesa di sapere se sarà serie B o serie D”.

Una locandina sulla quale, probabilmente per conferire maggiore credibilità, campeggiano sul fondo i logo di A.Se.F., la Srl dei servizi funebri comunale e della Taffo. Oltre naturalmente a quello  del Comune di Genova.

E, in ogni caso, la locandina non è sfuggita ai solerti amministratori delle due società a cui solitamente si rivolgono i familiari dei defunti, che oltre a dissociarsi dall’iniziativa, perchè in fondo perdere la larga e potenziale fetta dei tifosi blucerchiati poteva creare un pesante danno economico, hanno incaricato i rispettivi legali per l’uso indebito del logo delle aziende.

Il comunicato di A.Se.F

Puntuale il comunicato dell’A.Se.F che dice: «Nei giorni scorsi è stato affisso in varie aree della città di Genova un falso manifesto funebre riportante frasi ingiuriose e offensive nei confronti della società calcistica U.C. Sampdoria e riportante, in calce, il logo di A.Se.F. Srl unitamente a quello del Comune di Genova. L’Amministrazione, la Direzione di A.Se.F. Srl e l’Azienda tutta si dissociano da tale iniziativa, in cui è stato indebitamente utilizzato il marchio aziendale. Si comunica che sono stati incaricati i legali dell’Azienda al fine di tutelare, nelle sedi più opportune e attraverso ogni azione necessaria, il buon nome aziendale e di salvaguardare il corretto utilizzo del logo aziendale sanzionandone ogni indebita appropriazione e riproduzione».

Anche Taffo

Stessa reazione della Taffo che attraverso il suo ufficio stampa contattato telefonicamente fa sapere di essere pronta a seguire la stessa linea giudiziaria di A.Se.F.”

Stupisce, almeno un po’ questa sorta di eccessiva solerzia per una festa goliardica dei tifosi. Anche perché, a mio parere, non era fraintendibile che si trattasse di uno scherzo. Ma – come si dice – la legge è legge. Perciò paghino i tifosi per le locandine e i cammelli, o dromedari, e si assumano davanti a un giudice le proprie responsabilità. Anche se sin da ora pare chiaro che risalire agli eventuali autori dei misfatti rappresenterà una serie di indagini impegnative.

Che poi qualcuno diceva che la pubblicità è pur sempre l’animadel commercio e che un po’ di pubblicità, buona o cattiva che sia, in fondo non si nega a nessuno.

Il mercato delle onoranze funebri

Perchè poi nell’era post Covid e in una città con il record di denatalità come la nostra e con un altissima percentuale di anziani, quello che è diventato il mercato delle onoranze funebri, un tempo sommerso, non potrebbe non rappresentare una larga fetta di guadagni con aziende che si contendono a suon di iniziative, anche pubblicitarie, i favori dei familiari dei defunti genovesi.

Proprio A.Se.F., per esempio, dopo aver ristrutturato in toto il proprio sito aziendale ha aperto le porte ai funerali con cremazione degli animali da compagnia ponendosi anche come controparte attiva per i funerali laici. Il tutto fra un ricorso al Tar e l’altro per la costruzione e la gestione del nuovo forno crematorio di Staglieno affidato proprio dal Comune di Genova al raggruppamento temporaneo di imprese guidato dalla Crest srl .

Come se non bastasse sul mercato, proprio all’inizio di quest’ anno, era piombata la Taffo Funeral Service con la sua pubblicità aggressiva sul “caro estinto” dando però l’inizio a un’altra raffica di ricorsi e sanzioni dello stesso Comune. Dieci i funerali sanzionati con una multa di 1300 euro per ognuno e una contesa nata da un problema burocratico che la società di pompe funebri ha rinviato prontamente al mittente.

Già, la Taffo, con quei suoi slogan più o meno accattivanti ma senza dubbio ironici e innovativi, se non addirittura eccentrici nel campo della comunicazione e in fatto di black humour. Dal “Regalati un cappotto. Di legno” al “Vi aspettiamo a bare aperte”. Fino ai braccialetti distribuiti agli astanti il 13 gennaio, nel giorno dell’inaugurazione a Sampierdarena della filiale in franchising. Braccialetti con la scritta accattivante, o forse no: “Se non c’è piu battito chiamate Taffo”.

Appunto… la pubblicità, che anche nella nostra Genova più o meno sonnacchiosa e grazie ai social, costituisce l’anima del commercio.

Epperò la nuova avventura non solo ha riscoperto e solleticato vecchi veleni ma anche l’immaginario collettivo. Tanto che proprio alcuni giorni fa il legale dell’azienda denunciava un altro particolare del benvenuto riservato loro. Perchè il primo aprile scorso, giorno improntato tradizionalmente agli scherzi e ai “pesci”, per chi abbocca, qualcuno ha affisso negli spazi di un’altra agenzia alcuni manifesti con il logo Taffo dove si annunciava uno sconto del 50 per cento a chi acquistava una bara per la suocera. Discriminante anzichè no, almeno nel genere. Perchè solo la suocera e non anche la figura maschile?

Immediata, comunque la denuncia contro ignoti. E nonostante questo è persino arrivata la richiesta di quindicimila euro alla Taffo tramite fattura dell’azienda funebre legittima titolare dello spazio.

Insomma una dimostrazione di straordinaria vitalità e capacità reattiva nel campo dei servizi al caro estinto. Altro che mancanza di battito. Che poi Genova con tutta la sua denatalità e record di popolazione anziana, e con il suo maniman è proprio questa roba qui. Dove per accaparrasi il mercato ogni mezzo è legittimo. Anche su un tema per molti versi sacro o da riti scaramantici come quello del trapassato prossimo. E al di là degli slogan scherzarci sorpra, con funerali calcistici, o altro,  può perfino creare… brutti scherzi.

Per difendere la sacralità di un marchio. E comunque almeno a giudicare dalle cause in arrivo e senza voler toccare temi calcistici, dalla A a sprofondare agli inferi, il passo, anzi l’inciampo (che non è nel caso specifico solo una pietra per il perenne ricordo) potrebbe risultare breve. Anzi brevissimo. E poi, giusto per concludere in tutto questo turbinare di cerimonie funebri, vere o presunte, c’è perfino un aforisma di Ennio Flaiano a riportarci, in mezzo a tutto questo proliferare di macabro umorismo, con i piedi per terra…o sotto terra: “Era un funerale così povero che forse nella bara non c’era nemmeno il morto“. Genoa – o Sampdoria – docet.
Ecco, perciò perchè prendersi tanto sul serio?

Paolo De Totero

Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta

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