Gli Stati Uniti bacchettano Albin Kurti e chiedono alla Serbia di ridurre i militari schierati al confine
Pristina – Nel nord del Kosovo resta alta la tensione. Dopo una notte trascorsa tranquilla, stamattina alcune migliaia di manifestanti serbi sono tornati a radunarsi davanti alla sede del Municipio a Zvecan, uno dei quattro maggiori Comuni del nord a maggioranza serba, ribadendo le richieste alla dirigenza di Pristina, cioè il ritiro della Polizia dai territori a maggioranza serba e la rinuncia dei sindaci di etnia albanese, eletti il 23 aprile scorso e ritenuti illegittimi, a insediarsi nelle sedi municipali dei Comuni serbi del nord.
Chiesto il ritiro della Polizia kosovara
Sul posto è massiccia la presenza di polizia kosovara e truppe della Kfor, la Forza Nato in Kosovo, a presidio della sede del Comune, che è stato isolato da recinzioni e da una barriera di filo spinato. A Leposavic gruppi di dimostranti hanno presidiato per tutta la notte la sede del Comune, dove il nuovo sindaco albanese ha trascorso la seconda notte. Le proteste di questi giorni non riguardano la municipalità del settore nord (serbo) di Kosovska Mitrovica, che non ha un sindaco albanese ma bosniaco e che è stato accettato dagli abitanti serbi della città.
Cosa pensano gli americani
Dal punto di vista dei rapporti internazionali, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha commentato con preoccupazione la situazione di alta tensione nel nord del Kosovo, criticando la decisione della dirigenza di Pristina di garantire con la forza l’acceso alle sedi municipali dei Comuni serbi del nord del Kosovo.
Un approccio che, secondo Blinken, contribuisce inutilmente ad accrescere le tensioni: “Il premier Albin Kurti e il suo Governo devono fare in modo che i nuovi sindaci espletino temporaneamente la loro attività di servizio da sedi alternative fuori dagli edifici comunali, e che vengano ritirate le forze di polizia presenti nella zona”.
Un invito a mettere fine alle tensioni
Il segretario di Stato americano ha chiesto al tempo stesso al presidente serbo Aleksandar Vucic e al governo di Belgrado di ridurre lo stato di allerta delle Forze armate e di chiedere ai serbi del Kosovo di cessare le provocazioni e gli attacchi alle truppe Kfor, evitando altre azioni di violenza.
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