Berlusconi e il sistema giudiziario: una relazione tumultuosa
La vita giudiziaria di Silvio Berlusconi rappresenta un capitolo complesso e controverso della storia italiana. Fin dalla sua “discesa in campo”, nel 1994, il leader di Forza Italia ha affrontato una serie di processi che lo hanno portato alla sbarra per corruzione, frode fiscale, concorso esterno in associazione mafiosa, concorso in stragi. E chi più ne ha più ne metta.
35 processi, 40 capi d’imputazione, 1 sola condanna
In totale, Berlusconi ha affrontato 35 processi, con almeno 40 capi d’imputazione, ma ha ricevuto una sola condanna definitiva, il primo agosto del 2013, quando è stato dichiarato colpevole e condannato a 4 anni di reclusione – 3 dei quali coperti da indulto – per la frode fiscale da 7,3 milioni di euro commessa con la compravendita dei diritti tv Mediaset quando era presidente del Consiglio.
Berlusconi è stato assolto nel processo Sme-Ariosto, relativo alla presunta corruzione del giudice Renato Squillante, così come nel procedimento sulle tangenti alla Guardia di Finanza e nella vicenda Telecinco, incentrata sulla violazione della legge Antitrust e la frode fiscale. Ha ottenuto l’assoluzione anche per il falso in bilancio nel caso Medusa e nella vicenda Mediatrade, in cui era stato accusato di appropriazione indebita di fondi della società.
Altra assoluzione è arrivata per il caso All Iberian 2, dove era imputato per falso in bilancio aggravato.
La nipote di Mubarak
Nel famoso caso di Ruby Rubacuori, all’anagrafe Karima el Marhroug, che riguardava le accuse di concussione e prostituzione minorile, Berlusconi è stato condannato in primo grado a 7 anni di reclusione, ma in seguito è stato assolto sia in appello che in Cassazione.
Assolto anche nel processo “Ruby ter”, a febbraio 2023, in cui era accusato di corruzione in atti giudiziari.
Sua santità la prescrizione
Otto volte prescritto. Tanto è lunga la lista di sentenze che hanno stabilito il proscioglimento di Berlusconi per intervenuta prescrizione. Si va dal caso di corruzione per la compravendita dei senatori con l’obiettivo di far cadere il governo Prodi – e parliamo di 3 milioni che il Cavaliere avrebbe dato a Sergio De Gregorio e che in primo grado gli sono costati una condanna a tre anni -, alle rivelazioni di informazioni coperte da segreto d’ufficio nel caso Bnl-Unipol, al falso in bilancio e appropriazione indebita per i bilanci Fininvest, e al caso All Iberian 1 dove si ipotizzava l’esistenza di 23 miliardi di lire di finanziamenti illeciti al Partito Socialista di Bettino Craxi.
Prescritta anche la corruzione giudiziaria per il Lodo Mondadori.
Prescritto il procedimento per le tangenti all’avvocato inglese David Mills. L’ipotesi degli inquirenti era che il Cavaliere lo avesse pagato con 600.000 dollari per essere reticente davanti ai magistrati che lo stavano giudicando per le tangenti alla Guardia di Finanza. In questo caso l’invito a comparire in tribunale gli fu recapitato, a voce, mentre presiedeva una conferenza dell’Onu in veste di Capo del Governo.
L’ennesimo colpo di spugna
Nella prolungata carriera penale di Berlusconi arriva anche l’amnistia a salvargli la faccia e a estinguere la condanna per aver dichiarato il falso sulla sua iscrizione alla loggia P2.
Estinto con la morte, invece, il processo Escort Bari dove era accusato di aver pagato l’imprenditore Gianpaolo Tarantini per mentire ai pm che indagavano sulle escort portate nelle residenze dell’allora premier.
Le archiviazioni
Parecchie anche le archiviazioni che hanno riguardato le accuse più varie: dalla spartizione pubblicitaria Rai-Fininvest al traffico di stupefacenti, dal concorso nelle stragi mafiose del 1992-1993 all’abuso d’ufficio per i voli di Stato, fino al caso Santoro, dove era imputato per le presunte pressioni per impedire la messa in onda di Annozero, o alla “vicenda Imu”, relativa al caso della lettera inviata a milioni di italiani con la promessa di rimborsarla in caso di vittoria alle elezioni.
Infine, a parte il nulla di fatto nell’inchiesta per la corruzione dei senatori Razzi e Scilipoti, il leader di Fi è finito più volte sotto inchiesta come mandante esterno delle stragi di mafia del 1992-1993.
È stato indagato dalla procura di Palermo poco dopo la sua entrata in politica nel 1994, ma l’indagine è stata archiviata. Indagato e archiviato anche a Caltanissetta. Oggetto di indagini anche da parte della procura di Firenze che ha fatto riaffiorare diversi dubbi sulla provenienza dei soldi che hanno costruito l’impero di Fininvest. Fino all’ultimo capitolo rappresentato dal cosiddetto “filone Baiardo” e dalla presunta foto che ritrarrebbe Berlusconi in compagnia del generale dei carabinieri Francesco Delfino e del boss di Brancaccio Giuseppe Graviano.
Sarà per queste supposte amicizie che sui muri di Palermo sono spuntati dei manifesti mortuari taroccati con su scritto: “Berlusconi si è spento alla prematura età di 86 anni, L’amico di sempre. Ne danno triste annuncio le famiglie mafiose palermitane riunite nel dolore”?
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.