Milano: entravano in banca tenendo in ostaggio un dipendente, in manette 5 rapinatori italiani

La banda è stata arrestata mentre faceva un sopralluogo per un’altra rapina

Milano – La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 5 italiani ritenuti tutti coinvolti in due rapine a mano armata ai danni di due istituti di credito milanesi tra giugno e dicembre 2020, per un bottino complessivo di circa 130mila euro.

Rapina in via Cesare Battisti

Il 15 giugno 2020 due uomini con il volto coperto, dopo aver atteso l’arrivo del primo dipendente della banca di via Cesare Battisti, lo hanno avvicinato e minacciato con le armi per garantirsi l’accesso all’interno. Una volta dentro, i rapinatori, mentre aspettavano che arrivasse il direttore per sbloccare il bancomat e il caveau, hanno sequestrato tutte le persone, clienti e dipendenti, che erano entrate nell’istituto bancario privandole dei telefoni cellulari prima di fuggire con un bottino di circa 90mila euro.

Rapina  in piazzale Susa l’11 dicembre 2020

Lo stesso copione si è riscontrato in una rapina commessa in piazzale Susa l’11 dicembre 2020: anche in questa occasione due uomini armati e a volto coperto hanno atteso l’arrivo del primo dipendente per entrare nella banca, hanno aspettato l’arrivo del direttore per lo sblocco della cassaforte e del bancomat e, nel frattempo, hanno sequestrato tutte le persone che vi avevano fatto ingresso, uscendo poi con un bottino di circa 40mila euro.

Le indagini avviate dalla Squadra Mobile in occasione delle due rapine, commesse con identiche modalità segno evidente della stessa mano, hanno permesso subito di ricostruire l’esatta composizione della banda, composta non da due persone, bensì da cinque, ciascuna con il proprio ruolo: due erano dedicate all’assalto armato all’interno dell’istituto bancario, una fungeva da palo, un’altra operava da autista per esfiltrare il gruppo e un’ultima era dedicata alla logistica con il compito di intercettare le comunicazioni radio delle Forze dell’Ordine.

Individuati tutti i componenti grazie all’analisi del traffico delle celle telefoniche, gli agenti della Squadra Mobile hanno cominciato a pedinare quotidianamente gli indagati scoprendo fin da subito che il lauto bottino non pareva averli soddisfatti, dato che si erano già buttati a capofitto in un nuovo progetto criminale. Monitorando i nuovi sopralluoghi, i poliziotti hanno potuto sezionare le diverse fasi della preparazione del nuovo colpo: la banda effettuava numerosi e ripetuti sopralluoghi nei pressi dell’istituto di credito prescelto al fine di chiarire quale fosse il giorno ideale per effettuare il colpo e chi fosse il dipendente che per primo entrava in banca la mattina. Una volta individuato e agganciato il dipendente scelto, quest’ultimo lui veniva studiato e seguito fino a casa con stessa sorte che toccava il direttore della filiale: una dinamica, questa, che si è rilevata estremamente utile per comprendere alcuni aspetti delle rapine consumate.

L’arresto a Garbagnate Milanese

Venerdì 16 giugno, in mattinata, il gruppo di fuoco, unitamente al palo, è stato bloccato dagli agenti della Squadra Mobile in quello che sembrava essere un nuovo sopralluogo: gli indagati, infatti, sono stati visti all’opera nei pressi di un istituto di credito a Garbagnate Milanese indossando gilet catarifrangenti e mascherine di tipo chirurgico, mentre monitoravano con attenzione l’ingresso della banca; la perquisizione ha confermato i sospetti degli investigatori dato che nella loro disponibilità sono stati trovati delle radio ricetrasmittenti (utilizzate evidentemente per comunicare in maniera riservata) e materiale per il camuffamento

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