Operazione “Athena” della Dda di Catanzaro culmina con 68 misure cautelari, colpite le cosche Abbruzzese e Forastefano, tra i reati contestati traffico di droga e intimidazioni
Catanzaro – Traffico di droga ma anche estorsioni, intimidazioni, danneggiamenti a imprese, soprattutto nei settori agricoli e alberghieri, sono alcuni dei reati che la Dda di Catanzaro contesta a 68 presunti affiliati a un’organizzazione ‘ndranghetista attiva nel Cosentino.
Il blitz ha disarticolato vertici e seconde schiere della cosca Abbruzzese e della cosca Forastefano, che dominano nell’area della Sibaritide e di Cassano allo Jonio. Un tempo rivali, negli ultimi anni avrebbero siglato una pax e si sarebbero federate per la gestione degli affari criminali di un vasto territorio della provincia di Cosenza. Complessivamente sono 82 gli indagati nell’odierna inchiesta della Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri,
Nel corso delle operazioni, i carabinieri di Cosenza hanno dato esecuzione al sequestro preventivo di beni immobili, aziende, quote sociali, beni mobili registrati, rapporti finanziari, riconducibili agli indagati, per un valore stimato appunto di circa 5 milioni di euro.
Trentanove persone, sono finite in carcere ventiquattro ai domiciliari e a cinque hanno è stato notificato l’obbligo di firma, tra cui un consigliere comunale di maggioranza. Tra i destinatari della misura cautelare in carcere c’è il boss di Rende Michele Di Puppo i cosentini Gennaro Presta e Gianluca Maestri, Pasquale Forastefano ritenuto il capo dell’omonima cosca, Celestino Abbruzzese considerato dagli inquirenti il capo del clan degli Abbruzzese.
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