Così in aula Umberto Vallarino, dal 2005 a oggi direttore finanziario di Aspi: “L’ultima tranche di versamento lo scorso 25 maggio”
Genova – Autostrade, dopo avere citato il consorzio assicurativo guidato dalla svizzera Swiss Re, “ha ricevuto 29 milioni a seguito di transazione, con ultima tranche di versamento lo scorso 25 maggio”.
Un decimo rispetto ai 300 milioni che prevedeva il contratto assicurativo sul viadotto Polcevera. 29 milioni che, dopo cinque anni, chiudono il contenzioso civile aperto da Autostrade contro il consorzio.
È quanto ha detto in aula Umberto Vallarino, tutt’oggi dirigente di Atlantia e Autostrade, nel corso del processo per il crollo di ponte Morandi.
Nel 2016 Aspi fece inserire il viadotto tra le opere “nominate” facendo dunque aumentare il risarcimento da 100 a 300 milioni. Fu proprio Vallarino a chiedere e a ottenere il passaggio.
Dopo il crollo, la compagnia assicurativa Swiss Re aveva negato il risarcimento spiegando che “i problemi del viadotto non erano stati evidenziati dalla società come la buona diligenza dell’assicurato avrebbe richiesto”.
Adesso, però, si scopre che sono stati transati altri 29 milioni che si aggiungono ai 37 milioni pagati per il risarcimento per il danno a terzi che Aspi ha usato per indennizzare i parenti delle vittime.
Dubbi sulla testimonianza
In aula il pubblico ministero Walter Cotugno ha incalzato Vallarino per sapere come mai nel 2016 aveva scritto che erano state fatte dalla Swiss Re delle indagini tecniche “attraverso controlli operativi con i tecnici della Direzione esercizio e di Spea, focalizzate sui miglioramenti operati da Aspi sulle proprie infrastrutture dedicate alla sicurezza e alla sorveglianza nonché alla manutenzione straordinaria delle opere (per esempio il viadotto Polcevera). Da tali survey l’assicuratore ha tratto ampie ed esaustive conoscenze”.
Dall’inchiesta è emerso che, invece, non sarebbe stata fatta alcuna indagine tecnica.
Come mai Vallarino scrisse così? “Me lo disse Paolo Lionetti (un dei suoi collaboratori, n.d.r.) che erano state fatte delle survey sul Polcevera e poi mi ricordo che era stato messo il carroponte e stavano facendo controlli”.
Per la procura, invece, la società sapeva che il ponte era a rischio crollo e cambiò per questo la copertura assicurativa.
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