Il Ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, annuncia: “Entro fine anno il quadro norme”
Roma – Riaprire le miniere e dare un quadro di norme stabili alle industrie entro la fine dell’anno.
È il pensiero del ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso che, in un contesto legato anche alle materie prime critiche, intende riaprire le miniere del Paese.
Si parla di “quelle utili e strategiche”, cui si aggiunge un aggiornamento delle mappe, d’intesa con il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. E sul punto è già al lavoro l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).
“Penso che entro la fine dell’anno il quadro sarà chiaro: la normativa europea, quella italiana, e le potenzialità nel campo delle materie prime critiche nel nostro territorio”, osserva Urso facendo presente che entro la fine dell’anno saranno pronte le norme in modo da consentire alle imprese di poter operare.
“L’Unione europea – ricorda Urso – ha definito 34 materie prime critiche, di cui 16 considerate anche strategiche per la loro rilevanza nella transizione ecologica e digitale, destinate all’aerospazio e alla difesa, alla produzione di batterie elettriche e pannelli solari, ma anche importanti per il divario fra offerta globale e domanda prevista. Possediamo nel nostro Paese 16 di queste 34 materie prime critiche indicate“, in particolare quelle “per batterie elettriche e pannelli solari”. Ma nel ragionamento del ministro viene fuori che queste materie prime “si trovano in miniere che sono state chiuse oltre 30 anni fa, per il loro impatto ambientale o per i minori margini di guadagno”.
Quindi, avverte: “Occorre investire e riattivare queste potenzialità, riaprendo le miniere. Si tratta di una sfida e di una grande opportunità per il nostro Paese”.
Secondo l’Atlante dei dati ambientali, messo a punto dall’Ispra, le materie prime critiche “sono elementi essenziali per l’industria europea e italiana che presentano problematiche di approvvigionamento dovute alla concentrazione geopolitica dei materiali. La recente lista elaborata comprende” anche “il feldspato, divenuto critico a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Insieme al feldspato l’altra materia prima critica che viene estratta in Italia è la fluorite, coltivata nella miniera di Bracciano (Rm) e a breve dovrebbe ripartire l’attività a Silius (Ca), dove sono presenti anche quantitativi interessanti di terre rare“.
Secondo gli esperti minerari – riuniti dal Servizio geologico d’Italia e poi inseriti nel GdL mining del Tavolo nazionale materie prime critiche, “sulla base degli studi pregressi, delle nuove informazioni acquisite e dai confronti con analoghi internazionali”, continua l’Ispra sottolineando che “in Italia esistono diverse aree con buone-ottime potenzialità minerarie, anche in relazione alle materie prime critiche, e meritevoli di essere indagate tramite i nuovi metodi e le moderne tecnologie d’indagine. È però necessario far ripartire la ricerca e la formazione indirizzata verso la gestione sostenibile delle attività minerarie ed inquadrata all’interno di una strategia integrata di approvvigionamento che includa tutte le pratiche dell’economia circolare”.
E, tra gli obiettivi citati da Urso c’è, per esempio, anche “il 20% di riciclo di materie prime critiche”, settore in cui “siamo il Paese leader” e in cui “vorremmo mantenere la nostra leadership”.
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