A Ponente è previsto un solo viadotto contro i sei di Aspi e la zona di Vesima non viene toccata dall’infrastruttura
Genova – “Un progetto che si trascina da tempo immemore e che va aggiornato”.
Lo ha detto il ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini, alla festa provinciale della Lega genovese.
E in effetti è dagli anni ’80 che si parla della Gronda, con una prima idea, poi bocciata dal Tar, di una nuova bretella autostradale che doveva collegare il porto di Voltri a Rivarolo.
Un’infrastruttura rimasta chiusa nei cassetti del ministero che ancora oggi è in fase di grande incertezza, nonostante l’avvio in pompa magna del lotto zero della Valtorbella, a gennaio di quest’anno. Un progetto che andrebbe “traghettato nella modernità”, ha dichiarato il vice di Salvini, Edoardo Rixi. E per questo dal Mit le firme sulle carte esecutive non sono ancora arrivate e nemmeno l’ok definitivo del Consiglio superiore dei lavori pubblici.
E allora perché non guardare a una versione più attuale dell’opera che costerebbe meno della metà e avrebbe un minor impatto sul territorio?
La “Gronda di Colombo”
L’ha chiamata Gronda di Colombo perché è una soluzione semplice come il popolare “uovo di Colombo”.
Ce lo ha spiegato Luigi Sessarego, già progettista dell’adeguamento del casello di Genova Aeroporto dopo l’emergenza seguita al crollo del Morandi, che insieme a Gian Poggi, architetto con una lunga carriera come dirigente tecnico in Comune e Regione, ha ideato un piano B che prevede di trasformare un tratto dell’attuale A10 in strada pedemontana cittadina. In pratica, una tangenziale che da Pra’ arriva a Cornigliano.
È questa l’alternativa al progetto di Autostrade per l’Italia che permette di spendere di meno stando più attenti all’impatto ambientale. Un progetto per il raddoppio della A7 e della A10 diviso in lotti funzionali così da renderne più snella la realizzazione e non tenere in ostaggio per anni i quartieri interferiti.
In viaggio sulla A7 vi abbiamo già portato, oggi tocca alla A10. Seguiteci in questo percorso che parte da Crevari-Borgonuovo e arriva al Ponte San Giorgio.
13 nuovi viadotti e 23 gallerie ma la Gronda di Aspi non intercetta il traffico che arriva dalla riviera di Ponente
Nonostante le nuove gallerie che verranno scavate tra Vesima e Voltri, il progetto della Gronda di Autostrade non intercetta né il traffico che dalla riviera di ponente va verso Ovada (A26), né quello diretto verso il centro cittadino. Lo stesso per le tratte inverse. Per questo, tra la Liguria e il Piemonte, continueremo a vedere le vecchie e lunghissime code del rientro dal mare.
Per risolvere il problema servirebbe uno svincolo, qualcosa come l’elicoidale del Campasso. Ma nella zona di Voltri sono già previsti altri 2 viadotti – il raddoppio del Cerusa e del Leiro – e le conseguenze sul territorio sarebbero devastanti.
Al contrario, la Gronda di Colombo su Voltri e Vesima è a impatto zero perché non prevede né gallerie, né viadotti.
Incroci pericolosi
Per il progetto di Autostrade le cose non migliorano se le guardiamo dal lato della sicurezza. Un problema sollevato anche da Regione Liguria in sede di Valutazione di Impatto Ambientale e che Aspi ha ignorato.
Di cosa stiamo parlando?
Con il progetto della Gronda di Autostrade è previsto che il flusso di mezzi pesanti, che avranno il divieto di percorrere il tratto cittadino della A10, entrino dal casello di Genova Pra’ per poi immettersi obbligatoriamente sulla Gronda. Per farlo, dovranno imboccare il vecchio viadotto sul Cerusa, mischiarsi con il traffico che va verso Savona, e poi cambiare corsia (sinistra-destra) per imboccare l’interconnessione di Voltri che li porterà sulla nuova opera.
Sempre che riescano a indovinare la canalizzazione. Perché il tutto dovrà avvenire in circa 300 metri e con il traffico in arrivo dalla A26 e diretto a Savona che a sua volta dovrà cambiare corsia, da destra a sinistra, per non finire sul raccordo della Gronda.
Un bel pasticcio. Ma c’è sempre l’italianissima variante in corso d’opera che potrà dare qualche soddisfazione…
Il piano B
Questo lo scenario base della Gronda di Aspi. Tralasciando amianto, slurrydotto e chi più ne ha più ne metta.
Sia chiaro che una rivisitazione delle autostrade genovesi serve ma non se l’opera è inutile o, addirittura, dannosa.
Ed è qui che arriviamo al piano B, cioè l’idea di Sessarego e Poggi che prevede una nuova autostrada parallela all’attuale A10, che partirebbe dalla zona Pra’-Branega per arrivare al Ponte San Giorgio, e un riuso a strada pedemontana dall’attuale A10 nei tratti dove corre attaccata alle abitazioni.
Il tutto scavando due carreggiate nuove in galleria nel tratto tra il gasometro di Cornigliano e Fondega Sud (Varenna), e una sola in affiancamento dell’attuale carreggiata Ovest di A10, in viadotto tra Varenna e Branega (Prà). Punto.
Con un terzo degli scavi rispetto a quelli necessari per la Gronda di Aspi e spendendo meno della metà, la Gronda di Colombo garantisce comunque il raddoppio della A10 e in più assicura ai quartieri di Ponente una tangenziale che alleggerisce il traffico sull’Aurelia e consente l’implementazione del Trasporto pubblico locale e delle ciclabili sulla strada a mare tra Pra’- Sorgenti Sulfuree e Cornigliano.
Forse sarebbe ora che in Italia il dibattito sulle infrastrutture uscisse dal bar sport e cominciasse a ragionare come nel resto del mondo, analisi costi-benefici alla mano.
Ecco quali sarebbero gli svincoli della Pedemontana previsti per ogni quartiere
Simona Tarzia
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.
Questo si chiama FARE GLI INTERESSI DEI CITTADINI!
GRONDA DI COLOMBO: UN PROGETTO CHE AFFRONTA E RISOLVE TRAFFICO E IMPROPONIBILI STANZIAMENTI MILIARDARI CHE I NOSTRI RAPPRESENTANTI VORREBBERO
questo articolo per me molto utile a capire che con il progetto gronda gli interessi di Aspi e politica prevalgono!
MA E’ POSSIBILE CHE TRA LE ISTITUZIONI CHE CI RAPPRESENTEREBBERO (SE ONESTE) NESSUNO NOTI CHE NON SONO MAI STATE PROPOSTE/STUDIATE ALTERNATIVE? QUANDO E’ LA STESSA UE CHE LO RICHIEDE?
OTTIMO LAVORO!