La Tunisia è il principale paese di partenza verso l’Italia, l’anno scorso era la Libia
Nei primi sette mesi del 2023, l’Italia ha assistito a un notevole aumento negli sbarchi di migranti, registrando più del doppio dei casi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno, gli sbarchi sono saliti a 89.158 rispetto ai 41.435 dello stesso periodo nel 2022, con una variazione percentuale impressionante del 115,18%. Questa tendenza ha sollevato nuove sfide e dibattiti riguardo alla gestione dell’immigrazione nel paese.
La Tunisia si è rivelata essere il principale paese di partenza verso l’Italia, sostituendo la Libia che deteneva questa posizione nell’anno precedente. Questo cambio potrebbe riflettere cambiamenti nei flussi migratori e nelle rotte preferenziali dei migranti.
Un altro aspetto rilevante è il notevole incremento degli interventi di soccorso a seguito di eventi SAR (Search and Rescue), con un coinvolgimento significativo dei servizi di soccorso marittimo. Il 72,64% dei casi di soccorso ha coinvolto tali eventi, con un totale di 64.764 interventi, di cui 3.777 effettuati da organizzazioni non governative (ONG). Questo rappresenta un notevole aumento rispetto ai 19.171 casi registrati nello stesso periodo nel 2022, dei quali 6.224 erano stati effettuati da ONG.
I dati mostrano anche un aumento dei rimpatri, con 2.561 persone rimpatriate nel 2023, rappresentando un incremento del 28,05% rispetto alle 2.000 dell’anno precedente. Questo potrebbe essere attribuito a sforzi di controllo dell’immigrazione e di rimpatrio da parte delle autorità. In aumento le richieste di asilo, che sono salite a 72.460, registrando un incremento del 70,59%.
Lampedusa: l’hotspot affronta una situazione critica
Lampedusa, l’isola italiana nel Mar Mediterraneo che spesso si trova al centro delle discussioni sull’immigrazione, ha ospitato 3.593 migranti, tra cui 193 minori non accompagnati, nel suo hotspot. La pressione su questa piccola isola è aumentata ulteriormente con l’arrivo di sette sbarchi in un solo giorno, portando il totale delle persone sbarcate a 325. Per far fronte alla situazione, sono stati organizzati trasferimenti via traghetto e voli militari per spostare 947 persone verso altre destinazioni.
Il caso di Trieste
Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ha espresso preoccupazione riguardo all’incremento degli sbarchi e ha attribuito questa situazione a motivi politici. Ha suggerito che l’ampiezza degli sbarchi potrebbe essere collegata a dinamiche politiche elettorali, con l’obiettivo di mettere in difficoltà il centrodestra guidato da Giorgia Meloni. Dipiazza ha anche sollevato l’idea di utilizzare le caserme militari vuote in Friuli-Venezia Giulia come soluzione potenziale per affrontare l’emergenza migratoria.
Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta