La consigliera comunale Cristina Lodi lascia il PD e aderisce ad Azione: «Continuerò a fare opposizione e a lottare affinché si torni a governare in una prospettiva europeista, riformista e solidale»
Un gruppo significativo di dirigenti, elette, eletti e candidati appartenenti al Partito Democratico (PD) genovese ha annunciato oggi la loro decisione di lasciare il PD e unirsi a “Azione”, il movimento politico guidato da Carlo Calenda. Questa mossa rappresenta un segnale chiaro di dissenso all’interno del PD e riflette le crescenti divisioni all’interno della coalizione di sinistra italiana.
In una dichiarazione congiunta, i dirigenti e i membri del PD hanno espresso la loro convinzione che il PD abbia ormai esaurito il suo scopo originale di unire gli storici riformismi italiani. Hanno citato l’ultimo Congresso nazionale come l’epilogo di un percorso politico che ha visto la scissione di Articolo Uno e l’uscita del gruppo renziano, seguiti dalla vittoria di Elly Schlein alla segreteria del partito. Questa vittoria ha sottolineato la volontà di ricostruire un partito che riunisca le diverse realtà di sinistra che erano state divise da anni di conflitti interni.
La dichiarazione ha sottolineato che il cambiamento nel PD è stato evidenziato dalla messa in discussione del Manifesto del 2007, segnando una netta svolta a sinistra. Questo cambiamento ha portato alla negazione del processo di riformismo che era stato messo in campo negli ultimi dieci anni. Si è trattato di una trasformazione culturale più che tattica, che ha reso il PD incompatibile con le aspirazioni di molti membri.
La Liguria non ha votato Schlein
I firmatari della dichiarazione hanno notato che la Liguria è stata l’unica regione in cui gli iscritti al PD hanno votato in modo allineato alle primarie, sottolineando che questa scelta non è stata casuale. Hanno lamentato che il PD a Genova e in Liguria ha fatto scelte politiche e alleanze che hanno allontanato il partito dalla sua base originaria, portando all’alienazione di molti membri, elettori ed elettrici.
La trasformazione del PD è stata vista come la causa principale dell’allontanamento degli iscritti e dell’erosione delle connessioni con vari settori sociali, economici e culturali che non si riconoscono più nel PD attuale. La dichiarazione ha sottolineato che questa trasformazione ha portato a una sensazione di estraneità all’interno del partito e ha reso difficile per i firmatari rappresentare le loro convinzioni politiche.
“Azione” non cerca compromessi con il populismo
Nonostante la decisione di abbandonare il PD, i dirigenti e i membri hanno espresso il loro rispetto per la comunità che rappresenta il PD, così come per i principi e i valori che sono alla base del loro impegno politico. Azione è stato descritto come un partito che si basa sulla Costituzione, non cerca compromessi con il populismo, mette al centro la politica del cambiamento e cerca lo sviluppo, il benessere delle persone e la crescita economica, mentre valorizza l’ambiente.
Infine, i firmatari della dichiarazione hanno sottolineato che vogliono continuare a offrire idee e soluzioni alternative per allargare una coalizione che non li costringa a scegliere il “male minore” e hanno espresso la loro determinazione nell’opposizione all’attuale governo genovese e ligure, guidato da Bucci e Toti, che ritengono non porti al benessere e allo sviluppo della loro regione.
La decisione di questi dirigenti e membri del PD di Genova di abbandonare il partito e unirsi a Azione è un ulteriore segnale delle sfide e delle divisioni in corso nella politica italiana e nel panorama politico di sinistra. Sarà interessante vedere come questa mossa influenzerà il futuro della politica genovese e italiana nei mesi a venire.
Cristina Lodi
Con una nota a parte è arrivata la decisione, significativa, della consigliera comunale Cristina Lodi di dare le dimissioni dal Partito Democratico (PD) e contestualmente di aderire ad Azione, il movimento politico guidato da Carlo Calenda. Questa mossa ha creato un momento di riflessione sull’attuale panorama politico e sulla direzione che alcuni membri dell’ex coalizione di sinistra stanno prendendo.
Cristina Lodi è stata una figura di spicco all’interno del Partito Democratico, rappresentando l’ala progressista del partito sin dal 2010. Durante il suo mandato, ha ottenuto successi significativi, diventando la candidata più votata nelle ultime elezioni amministrative del Comune di Genova. Tuttavia, la sua decisione di abbandonare il PD è stata dettata da preoccupazioni più ampie riguardo al cambiamento di rotta del partito rispetto ai suoi valori fondamentali.
Lodi: “Una decisione dopo mesi di riflessione”
In una dichiarazione rilasciata oggi, Lodi ha sottolineato che la sua decisione non è stata presa alla leggera, ma è il risultato di mesi di riflessione e consultazioni con altri membri del partito e gli elettori. Ha indicato che il PD ha perso la sua identità riformista, europeista e progressista, in parte a causa delle decisioni prese dalla leadership del partito a livello nazionale e locale.
La sua affermazione sottolinea l’importanza dei valori che il PD aveva abbracciato inizialmente, come la creazione di un grande partito riformista e di sinistra, orientato all’Europa e capace di affrontare le sfide del XXI secolo. La decisione di Lodi riflette una crescente preoccupazione tra alcuni membri dell’ex coalizione di sinistra in Italia riguardo alla direzione politica intrapresa dal PD, che sembra allontanarsi dai principi originari.
Cristina Lodi ha espresso gratitudine verso coloro che l’hanno sostenuta durante la sua carriera politica all’interno del PD e ha sottolineato la necessità di continuare a collaborare con loro per contrastare la destra populista e sovranista che attualmente governa sia a livello nazionale che locale.
L’adesione a “Azione”è una scelta europeista, riformista e solidale
La sua decisione di unirsi a Azione è un segnale chiaro del suo impegno a perseguire una visione politica che sia europeista, riformista e solidale. Questo movimento, guidato da Carlo Calenda, si pone l’obiettivo di creare un’alternativa politica credibile basata su idee chiare e strategie perseguibili per affrontare le sfide del presente e del futuro. Lodi ha sottolineato l’importanza di un’Alleanza che vada oltre la distribuzione delle cariche istituzionali e si concentri sulla soluzione dei problemi reali della società.
Uno dei punti centrali della sua dichiarazione è stato l’accento sulla necessità di promuovere l’inclusione, combattere la discriminazione e affrontare le ingiustizie sociali. Lodi ha inoltre sottolineato la necessità di lavorare su temi cruciali come la sanità, la scuola e il lavoro, affinché un’alternativa politica credibile possa emergere e rafforzare l’Unione Europea, così come la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
La Liguria e la città di Genova sono state menzionate come aree in cui c’è ancora molto lavoro da fare per migliorare le condizioni di vita e affrontare le sfide economiche e sociali. Lodi ha sottolineato l’importanza di idee chiare sul ruolo delle donne nella società ligure, sul futuro del sistema portuale, sul welfare, sulla sanità e su altre questioni cruciali per la regione.
Via anche Rossetti
Stessa decisione per Pippo Rossetti, politico di lungo corso consigliere Regionale che ha sottolineato che la leadership del PD, a livello nazionale, ha contribuito a ridefinire l’identità del partito nel corso degli anni, da Bersani a Renzi e Zingaretti. Tuttavia, Rossetti ritiene che il cambiamento sia diventato strutturale, culminando con la modifica del Manifesto di Veltroni del 2007.
Una scelta meditata e sofferta
La decisione di Sergio Rossetti di abbandonare il PD è stata definita come una scelta meditata e sofferta ma, secondo il Consigliere, inevitabile. Rossetti ha spiegato che, dopo anni di militanza all’interno del PD, ha constatato che il tentativo di unire diverse famiglie politiche, comprese quelle riformiste liberali, socialiste, popolari e comuniste, si è concluso senza successo. Questo processo di polarizzazione è stato evidente con il successo alle primarie di Elly Schlein, che ha segnato una radicalizzazione delle posizioni all’interno del PD, che Rossetti non condivide.
Rossetti: “Il partito ha costantemente negato i processi riformisti e di governo degli anni precedenti”
Inoltre, Rossetti ha criticato le scelte politiche del PD in Liguria negli ultimi tre anni, sottolineando che, ad eccezione del Comune di Savona, il partito ha costantemente negato i processi riformisti e di governo degli anni precedenti. Questo ha portato Rossetti a sentire che non appartiene più alla casa politica che aveva inizialmente contribuito a costruire.
Rossetti ha annunciato anche l’inizio di una nuova fase di ascolto e accoglienza degli elettori e delle elettrici, nonché dei diversi settori sociali, economici e culturali che cercano una rappresentanza politica che rispecchi le loro idee e preoccupazioni.
Ecco i nomi di chi esce dal PD per unirsi a Calenda:
Michela Alessio (direzione provinciale PD, consigliera municipale)
Manuel Aragundi (consigliere municipale)
Dario Bagnasco (candidato lista PD)
Maria Luisa Belgrano (direzione provinciale PD, già consigliere municipale) Carlo Berrino (assemblea regionale PD)
Laura Boldi (candidata lista PD)
Pasqualina Calisi (assemblea regionale PD, segreteria provinciale PD)
Maria Luisa Centofanti (assemblea provinciale e regionale PD, già assessore municipio), Massimiliano Marotta (consigliere municipale)
Monita De Ambrosi (candidata lista PD)
Rita De Plano (assemblea provinciale PD)
Fabio Ferrari (candidato lista PD)
Nicola Fonsa (assemblea provinciale PD, candidato liste PD),
Giovanni Inguglia (assemblea regionale PD, candidato lista PD)
Paolo Insogna (candidato lista PD)
Cristina Lodi (assemblea nazionale PD, consigliera comunale) Maria Antonietta Menchise (assemblea regionale)
Antonio Marani (già assessore di Municipio)
Fabrizio Maranini (direzione provinciale PD, candidato lista PD) Domenico Morabito (consigliere municipale)
Aldo Moretti (assemblea regionale PD)
Paolo Ottonello (ex sindaco di Masone)
Paola Perfumo (consigliera municipale)
Marco Pinna (già consigliere municipale)
Antonio Revello (assemblea regionale PD, già assessore Camogli) Sergio Rossetti (consigliere regionale)
Patricia Rossi Rodriguez (assemblea provinciale PD) Antonella Rossini (assemblea provinciale PD) Giovanni Sacco (candidato lista PD)
Rinaldo Sironi (commissione di garanzia regionale PD) Michele Versace (consigliere municipale)
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