Sequestro di caricabatterie non conformi, coinvolti 5 imprenditori cinesi
Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Compagnia di Mirabella Eclano hanno messo in atto un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino. Questo provvedimento coinvolge cinque imprenditori operanti in Toscana e Lombardia, i quali sono stati raggiunti dalla notifica di un provvedimento cautelare nei comuni di Calenzano (FI), Sesto Fiorentino (FI), Pontedera (PI) e Trezzano sul Naviglio (MI).
Il motivo di questo sequestro è legato a un gran numero di caricabatterie di fabbricazione cinese che sono stati giudicati non conformi agli standard di fabbricazione comunitari e potenzialmente pericolosi. Questo provvedimento si inserisce in un procedimento penale che coinvolge i cinque imprenditori in qualità di importatori e distributori di questi dispositivi.
La tragedia che ha scatenato questa indagine è la morte di una ragazza quindicenne avvenuta il 2 maggio 2023 nel comune di Montefalcione (AV). La giovane ha perso la vita a causa di una scarica elettrica mentre stava utilizzando un caricabatterie nella vasca da bagno.
Le indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Mirabella Eclano, in collaborazione con il Reparto Tecnologie Informatiche del RACIS, hanno rivelato che il caricabatterie utilizzato dalla ragazza presentava difetti di fabbricazione in uno dei suoi componenti interni. In particolare, il “condensatore ceramico a disco” di questo prodotto importato dalla Cina ha mostrato “difetti riconducibili alla scarsa qualità tecnica del materiale con il quale tali dispositivi sono realizzati.” Secondo l’analisi del RACIS, se il condensatore interno fosse stato costruito in conformità con i criteri tecnici previsti dal D.Lgs. 86/2016, la tragica morte non sarebbe avvenuta.
I dispositivi sequestrati sono risultati privi di foglio di istruzioni d’uso, avvertenze di sicurezza e dichiarazioni di conformità “CE,” nonché della marcatura di “classe Y” richiesta dalle norme tecniche per dispositivi elettronici di questo tipo.
I cinque imprenditori coinvolti sono accusati di reati che vanno dalla frode in commercio alla vendita di prodotti industriali con marchi mendaci, fino al reato di omicidio colposo in pregiudizio dell’adolescente di Montefalcione.
La diffusione di questi prodotti non conformi su tutto il territorio nazionale ha spinto le autorità a estendere le indagini al di là del loro circondario di competenza e a diffondere questa comunicazione al fine di proteggere l’incolumità dei consumatori.
In conclusione, questo caso tragico evidenzia l’importanza di garantire che i prodotti venduti sul mercato rispettino rigorosi standard di sicurezza, specialmente quando si tratta di dispositivi elettronici che possono comportare rischi per la vita umana. Le indagini in corso e le azioni delle autorità competenti sono un passo fondamentale nella tutela dei consumatori e nella prevenzione di futuri incidenti simili.
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