Le indagini hanno rivelato che i alcuni commercianti monetizzavano il reddito di cittadinanza concesso a cittadini somali che non avevano diritto al beneficio
Milano – I Carabinieri del Gruppo Tutela Lavoro di Milano hanno portato a termine con successo un’operazione contro una vasta rete di frode legata all’indebita percezione del reddito di cittadinanza nella città di Milano. Questa indagine ha coinvolto cittadini extracomunitari, principalmente di origine somala, e commercianti compiacenti che avevano illecitamente monetizzato questo beneficio sociale.
L’operazione è il risultato di un’indagine complessa avviata nel mese di febbraio 2021 dal Nucleo Operativo del Gruppo per la Tutela del Lavoro di Milano, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano. Le indagini hanno iniziato dalla sorveglianza del fenomeno dell’indebita percezione del reddito di cittadinanza, grazie alla stretta collaborazione con gli uffici dell’INPS competenti. Questo ha permesso ai Carabinieri di individuare numerosi cittadini somali che stavano beneficiando del reddito di cittadinanza senza rispettare i requisiti richiesti.
L’analisi dei flussi finanziari
Successivamente, attraverso un’analisi dettagliata dei flussi finanziari, è emerso che questi cittadini effettuavano acquisti insoliti e ricorrenti utilizzando la carta del reddito di cittadinanza in tre esercizi commerciali di Milano. Questi esercizi includevano un negozio di telefonia, una rivendita di prodotti alimentari e un ristorante di kebap.
Le indagini hanno rivelato che i gestori di questi esercizi commerciali avevano consentito, a partire dall’ottobre 2020, la monetizzazione del reddito di cittadinanza concesso a cittadini somali che non avevano diritto al beneficio. I beneficiari trasferivano l’intero importo del loro reddito di cittadinanza ai gestori degli esercizi commerciali attraverso versamenti senza motivo apparente tramite POS o pagamenti di utenze intestate agli esercenti. In cambio, gli esercenti consegnavano loro somme in contanti, trattenendo una percentuale variabile tra il 10% e il 15% su ogni transazione.
Frode tramite il pos
Un’analisi dei flussi finanziari ha rivelato un notevole aumento delle transazioni POS presso il negozio di telefonia, nonostante questo non vendesse beni di prima necessità che giustificassero tali spese. L’incremento ammontava al 1600%, con un incasso mensile che passava da 1.460 euro a circa 23.450 euro rispetto all’anno precedente all’istituzione del reddito di cittadinanza.
Analogamente, l’attività di vendita al dettaglio di prodotti alimentari e il ristorante hanno dichiarato incassi notevolmente inferiori a quelli registrati tramite transazioni POS, evidenziando un chiaro abuso del beneficio.
597 persone coinvolte
Complessivamente, 633 persone hanno effettuato acquisti con il reddito di cittadinanza presso questi tre esercizi commerciali nel periodo interessato dalle indagini. Di queste, 597 sono state deferite presso 14 Procure della Repubblica in diverse città italiane per i reati di falsa attestazione del possesso dei requisiti per la corresponsione del beneficio RDC e truffa aggravata. Il restante gruppo di 36 individui, che possedeva effettivamente i requisiti, è stato segnalato all’INPS per l’indebito utilizzo del beneficio, che è stato prontamente sospeso.
L’ammontare totale del denaro riciclato dagli esercenti è stato stimato a circa 413.000 euro, mentre l’indebita percezione del reddito di cittadinanza da parte degli indagati è stata quantificata in 2.374.000 euro, causando un grave danno allo Stato.
Due dei tre titolari degli esercizi commerciali coinvolti sono stati deferiti in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria di Milano per il reato di riciclaggio continuato, con conseguente sequestro di 40.000 euro in contanti considerato profitto del reato. Il terzo, un cittadino bengalese, è stato sottoposto agli arresti domiciliari in esecuzione di un’ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Milano su richiesta della Procura della Repubblica del Capoluogo. A carico di quest’ultimo è stato eseguito anche il sequestro di una somma equivalente all’importo illecitamente accumulato. Inoltre, è stato condannato dal GIP del Tribunale di Milano a una pena di reclusione di 2 anni e 6 mesi, con la confisca di 20.800 euro, pari al profitto del reato di riciclaggio commesso.
Redazione del quotidiano digitale di libera informazione, cronaca e notizie in diretta