Periferie urbane: significati, problemi e la voce potente dei cittadini che si rimboccano le maniche
La parola “periferia” è spesso al centro delle discussioni durante le campagne elettorali, ma il suo significato è soggetto ad ambiguità, equivoci e spesso cattiva retorica. Una delle prime domande che ci si pone è se si debba utilizzare il termine al singolare o al plurale, poiché questa scelta grammaticale influisce notevolmente sugli atteggiamenti della politica, dell’informazione e di alcune discipline accademiche verso queste parti della città. Ma cosa rappresenta veramente la periferia? E perché è importante capirne il significato?
La periferia non è omogenea
L’etimologia della parola “periferia” affonda le sue radici nella lingua greca, e il suo significato è “portare intorno” o “collocare lungo i bordi”.
Tuttavia, secondo Giovanni Laino, professore di urbanistica all’Università di Napoli Federico II, la parola non è antica nei vocabolari della lingua italiana e ha acquisito una connotazione topografica solo negli anni ’20 del secolo scorso.
Da allora, si è consolidata come termine per indicare i quartieri distanti dal centro, indipendentemente dalle loro caratteristiche socioeconomiche.
Il centro storico di Roma, compreso entro le mura Aureliane e le zone costruite fino alla metà del XX secolo, ospita circa 350.000 residenti e questa cifra è in diminuzione. In contrasto, oltre un milione di romani risiede nella cosiddetta “periferia storica”, e ancora di più, un milione e duecentomila persone, vivono intorno al Grande Raccordo Anulare. La popolazione cresce rapidamente nella “città anulare”, con un aumento del 40% nei primi vent’anni del XXI secolo.
Le periferie di Roma sono varie ed eterogenee, sono città nella città, ma spesso vengono trattate come un unico ente, un ammasso indistinto di problemi sociali e disagi. Questo semplificazione, sebbene possa rendere più agevole la narrazione, rischia di travisare la realtà complessa di queste comunità. Ogni quartiere periferico ha la sua storia, la sua cultura e le sue sfide specifiche, ma troppo spesso queste sfumature vengono sacrificate sull’altare della semplificazione.
La composizione diversificata della periferia
La periferia non è omogenea, ma presenta una varietà di quartieri e comunità. Ci sono quartieri nati abusivamente, ora sanati grazie ai condoni, ma ancora privi di servizi essenziali come asili e ambulatori, con scarsa illuminazione e infrastrutture. Allo stesso tempo, vi si trovano ville sfarzose e residenze borghesi. Alcuni quartieri sono dominati da enormi complessi di edilizia residenziale pubblica, con redditi medi molto inferiori alla media cittadina, alti tassi di disoccupazione, dispersione scolastica e criminalità organizzata. Altri quartieri, invece, consistono in palazzine e villette abitate da giovani coppie che si spostano principalmente in auto e dove l’individualismo è predominante.
Dunque, il termine “periferia” dovrebbe preferibilmente essere usato al plurale per riflettere la diversità e le sfumature di queste zone urbane.
La Periferia in evoluzione
Va notato che un quartiere non è destinato a rimanere periferico per sempre. Può essere superato da altri quartieri o vedere cambiare la sua composizione sociale in favore di gruppi più ricchi.
Le periferie urbane affrontano una serie di problemi complessi, tra cui il disagio economico, la carenza di servizi, la povertà educativa e la disoccupazione. Questi fattori sono interconnessi e incidono su territori con un tessuto sociale fragile.
L’importanza dei dati
Per affrontare questi problemi in modo efficace, è essenziale basarsi su dati reali e aggiornati. Ad esempio, è importante conoscere il tasso di abbandono scolastico e la percentuale di famiglie in disagio economico in una determinata area per identificare le sfide specifiche che devono essere affrontate.
Tuttavia, spesso mancano dati sub-comunali aggiornati, rendendo difficile un’analisi accurata della condizione dei bambini nelle periferie.
Le istituzioni dovrebbero sforzarsi di migliorare la quantità e la qualità dei dati disponibili per guidare il dibattito e le decisioni politiche.
Iniziative dei cittadini per il miglioramento della periferia: il caso di Casale Rosso
Sono molti i cittadini si stanno attivamente impegnando per migliorare le condizioni nelle periferie, come un gruppo di volontari nel quartiere di Casale Rosso, a Roma, che ha effettuato un’operazione di bonifica per rimuovere rifiuti e materiali abbandonati in una strada importante del quartiere. Questo intervento ha dimostrato quanto sia forte il desiderio dei cittadini di promuovere la dignità delle persone che vivono nelle periferie.
Tuttavia, le sfide rimangono significative, tra cui la rimozione dei rifiuti tossici, la sicurezza nelle strade e il miglioramento dei servizi. È necessario un impegno continuo da parte dei cittadini, delle istituzioni e degli attori locali per affrontare e risolvere i problemi delle periferie urbane in modo efficace.
Il problema è che, spesso, a gestire un territorio sono coinvolte più realtà. A Casale Rosso, ad esempio, un quartiere di circa 500 anime, in una sola strada si incrociano gli interessi del municipio, di un’associazione locale e della CMB, la storica Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi che ha costruito il quartiere.
Casale Rosso: la voce potente dei cittadini
Nessuno avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe successo nel quartiere di Casale Rosso, situato tra la via Prenestina, il viale Togliatti e il Quarticciolo, a Roma. Tuttavia, le ultime settimane hanno visto emergere una storia di determinazione e impegno civico che ha catturato l’attenzione di tutti.
Il 14 settembre scorso, i residenti sono stati chiamati a partecipare a una seduta della Commissione Trasparenza del Municipio V. Questo è stato il primo passo verso un’azione che avrebbe dimostrato quanto può essere potente la voce dei cittadini uniti.
Il giorno successivo, il 15 settembre, si è tenuta una grande assemblea di quartiere nella quale hanno partecipato oltre 100 persone. I residenti stavano dimostrando che erano pronti a prendere in mano il proprio destino e a lottare per il cambiamento.
Il 16 e il 17 settembre sono stati giorni di azione concreta. I cittadini del quartiere hanno raccolto oltre 60 sacchi di rifiuti, ripulendo le strade dalla sporcizia accumulata negli anni. Hanno dedicato tempo ed energie per potare gli alberi nella piazzetta, effettuare il diserbo lungo la via che porta alla Prenestina e rimuovere gli alberi di un boschetto che era stato utilizzato come luogo di prostituzione e spaccio.
Inoltre, è stata apportata una modifica significativa alla recinzione su via Pino Pascali per impedire l’accesso alle persone coinvolte in queste attività illegali. Ma l’azione più significativa è stata la rimozione del canneto del Casale, che era stato identificato come una fonte di gravi problemi per il quartiere, come gli incendi.
Giulio Mattone uno dei promotori del Collettivo Casale Rosso: “Il nostro quartiere va dall’incrocio Togliatti-Prenestina all’incrocio Togliatti-Collatina, verso Tor Sapienza. Non si tratta tanto di un quartiere povero da un punto di vista economico- precisa subito- quanto privo di stimoli sociali e culturali. L’idea che abbiamo in mente è quella di realizzare un modello sociale come quello della Libera Assemblea di Centocelle per aiutare la gente di quartiere. Al momento siamo pochi perché la maggior parte dei giovani di quartiere sono lontani dalle attività sociali, culturali e politiche. Ma non ci scoraggiamo e ci stiamo già rimboccando le maniche”.
Lottare per il proprio futuro
Questa pulizia non è stata solo una questione di igiene, ma è stata vista come una modalità pacifica per bloccare il quartiere e attirare l’attenzione sulle sfide che la comunità stava affrontando.
Durante il processo di pulizia, molte macchine sono state costrette a rallentare, attirando l’attenzione dei passanti e dei residenti. Questo è stato un segnale chiaro che il quartiere di Casale Rosso stava lottando per il proprio futuro.
I protagonisti di questa azione non hanno alcuna intenzione di fermarsi qui. Sono determinati a continuare la loro lotta fino a quando non saranno risolte le emergenze rimanenti. Queste includono la rimozione di materiale di scarto come sacchi e rami potati, lo sblocco del cantiere del parco di Casale Rosso, l’accensione dei lampioni sul lato del palazzo della CMB, e il riposizionamento del cassonetto dell’organico al civico 30.
La determinazione di chi abita a Casale Rosso è un esempio di come la comunità possa fare la differenza quando si unisce per affrontare le sfide locali. La loro storia dimostra che quando i cittadini si impegnano attivamente e collaborano, è possibile apportare cambiamenti significativi e migliorare la qualità della vita nel proprio quartiere. Sono decisi ad organizzare ulteriori iniziative anche nelle prossime settimane, dimostrando che la lotta per un quartiere migliore è in corso e non si fermerà finché non verranno raggiunti gli obiettivi prefissati.
Toccare con mano la criminalità
In un comunicato stampa diffuso da Tor Sapienza Retake, movimento di cittadini che da oltre dieci anni propone progetti educativi, collaborazioni pubblico-private ed eventi di rigenerazione urbana, e pubblicato dalla testata abitarearoma.it si legge: “Nella mattina di sabato 27 maggio 2023 si è svolto un intervento di bonifica in sostegno dell’impegno di un nostro volontario, minacciato da una figura legata al mondo della prostituzione e della droga presente attorno al sentiero che collega Via Franco Angeli a via Prenestina, in zona Casale Rosso (Togliatti). Si rammenta che proprio in questa stradina il 22 giugno 2021 è stato ritrovato il cadavere brutalmente martoriato di Adrieli, una giovane transessuale brasiliana. All’evento hanno aderito i ragazzi del collettivo Casale Rosso, i volontari dei gruppi Retake Roma di zona e alcuni cittadini venuti in sostegno da altri quartieri romani.
Sono stati rimossi un notevole quantitativo di sacchi pieni di immondizia, rifiuti speciali e vari ingombranti. È di rilievo il fatto che siano stati ritrovati mazzi interi di adesivi pubblicitari per le riparazioni delle serrande.
La numerosa presenza di preservativi rinvenuti conferma l’uso della via per la prostituzione. Ancora più spaventoso è stato il ritrovamento di ben 90 siringhe usate, individuate e segnalate alla Fondazione Villa Maraini che le ha rimosse prontamente.
Da sottolineare l’utilizzo strategico di questa piccola via per il collegamento dei quartieri Casale Rosso e Quarticciolo e pertanto molto trafficata dai pedoni della zona, con loro rischio vista la situazione.
Le istituzioni da noi sollecitate sui problemi della via ed in generale del quartiere, si sono dimostrate comprensive e decise ad attivarsi per cercare di contrastare la situazione di illegalità che sta affliggendo il punto su cui siamo intervenuti. Siamo fiduciosi in un loro intervento di risposta in tempi brevi e soprattutto confidiamo in una maggiore presenza delle forze dell’ordine per vigilare e arginare questa situazione”.
Ma non basta
La sicurezza pubblica è una delle preoccupazioni principali per le città di tutto il mondo, e Roma non è da meno. Il problema della sicurezza si acuisce soprattutto nelle periferie, dove il traffico di droga è diventato un commercio criminale estremamente redditizio, con profitti garantiti e un mercato in costante espansione.
Il traffico di droga è un problema che affligge molte metropoli, ma nelle grandi città italiane il fenomeno sembra essere particolarmente radicato nelle zone periferiche.
L’offerta di stupefacenti non conosce sosta e si è diversificata notevolmente nel corso degli anni, sia per i prodotti che per la manovalanza che gestisce rete di spaccio. Questa espansione del mercato della droga sembra inarrestabile, e la criminalità organizzata si è inserita in modo sempre più pervasivo nel degrado sociale delle periferie.
La vulnerabilità è una combinazione di fattori
Per comprendere appieno la portata del problema, è importante esaminare le ragioni dietro questa situazione. La vulnerabilità delle periferie è spesso alimentata da una combinazione di fattori, tra cui la mancanza di opportunità economiche, la disoccupazione, la povertà, l’isolamento sociale e la mancanza di servizi pubblici adeguati. Questi fattori creano un ambiente fertile per il commercio illegale di droga e per lo sfruttamento delal prostituzione, poiché le persone possono essere spinte verso questa attività come unica fonte di reddito.
Il ruolo delle Istituzioni
Le istituzioni, a tutti i livelli, sono consapevoli di questa difficile situazione. Il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese aveva già sottolineato l’importanza di affrontare le criticità delle periferie con un impegno congiunto delle istituzioni. Questa necessità non è affatto diminuita, come dimostra l’attuale Ministro dell’Interno, Paolo Piantedosi, che continua a ribadire la necessità di concentrare risorse e sforzi per affrontare il problema della sicurezza nelle zone periferiche.
La soluzione a questa complessa sfida non è semplice, ma richiede un approccio multidimensionale. Prima di tutto, è necessario rafforzare la presenza delle forze dell’ordine, migliorando la loro capacità di prevenire il traffico di droga e reprimere i criminali coinvolti. Allo stesso tempo, è fondamentale lavorare per migliorare le condizioni sociali ed economiche delle comunità, offrendo opportunità di lavoro e programmi di riabilitazione per coloro che sono già coinvolti nell’uso di droghe.
Inoltre, è importante coinvolgere la comunità stessa nel processo di miglioramento delle periferie. La collaborazione tra cittadini, associazioni locali e istituzioni può aiutare a identificare le aree più critiche e le soluzioni migliori per affrontare i problemi.
Fabio Palli
FONTI:
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