Rifondazione comunista chiarisce la sua posizione: “Per Palestina e Israele serve un’iniziativa di pace”
“Non sappiamo se la notizia sull’uccisione di tanti bambini israeliani sia confermata o no. Pare che ci sia una parziale ritrattazione, che si tratti di testimonianza indiretta, di informazione data da militari israeliani. Speriamo vivamente che non sia vero. Ma che sia vero o meno, non cambia la sostanza del discorso. La guerra è questo: uccisioni, torture, stupri, negazione di qualsiasi diritto umano, sociale, politico. Massimo svilimento dell’essere. Non per niente abbiamo sempre inneggiato all’articolo 11 della nostra Costituzione. Siamo inorriditi/e di fronte alle crudeltà riportate oggi, come eravamo inorriditi da quelle operate dall’esercito israeliano. La guerra non risolve i problemi, li accentua. Dietro la guerra non ci sono mai nobili interessi, ma strategie geopolitiche ed economia predatoria: le due facce truci del potere.
Molto probabilmente, per la sproporzione delle forze in campo, l’attacco di Hamas si ritorcerà contro gli abitanti di Gaza e della Cisgiordania.
Per eliminare la guerra occorre rivedere la geografia politica di quell’area, dare pace e dignità ad un popolo, cosa oggi lontana anni luce dal volere degli USA, della Nato (cioè anche dell’Italia) e degli israeliani, che da oltre 20 anni tengono nelle loro carceri un leader palestinese, Marwan Barghouthi, col quale poter iniziare a ragionare su una soluzione pacifica del conflitto. E’ la stessa strategia turca, che tiene all’ergastolo Ocalan e la sua proposta di Confederalismo democratico. Per Netanyhau ed Erdogan è meglio avere a che fare con Hamas e Isis che con idee che mettano in discussione il loro stesso modo di essere.
Insieme alla doverosa condanna dei crimini di Hamas ribadiamo la nostra solidarietà al popolo palestinese, che quei crimini subisce da parte di Israele da 75 anni, nel silenzio della stampa mondiale. E che oggi è stretto in un assedio inimmaginabile: Israele sta privando Gaza di elettricità, acqua, cibo e medicine, e si prepara ad attaccarla via terra dopo giorni di bombardamenti.
Dobbiamo però dire che la soluzione del conflitto non può che essere politica, costruita a partire da una iniziativa internazionale che da anni assolutamente manca, con un “occidente” completamente appiattito sulle politiche della NATO. Una soluzione politica che parti dalla constatazione che tenere alla disperazione un popolo e sottoporlo a quotidiane vessazioni non porta altro che esasperazione ed odio. Da questa iniziativa occorre ripartire”.
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L’ONU ha sbagliato a creare lo Stato di Israele nel 1948.
Alla fine della guerra, conosciuti gli orrori dei lager nazisti, nessuno avrebbe disturbato gli Ebrei, che potevano continuare a vivere dov’erano. Avrebbero dovuto riifiutare la risoluzione dell’ONU.