La Commissione disciplinare della Fifa ha squalificato Luis Rubiales, ex presidente della Reale Federcalcio spagnola (Rfef), da qualsiasi attività legata al calcio per tre anni, sia a livello nazionale che internazionale
Madrid – Si è concluso così l’ultimo atto di una vicenda che da mesi, precisamente dal 20 agosto scorso, ha visto protagonisti il presidente della Federcalcio iberica e la giovane attaccante della nazionale spagnola, Jenny Hermoso. Il caso era scoppiato a causa di un bacio tra i due, una apparentemente innocente manifestazione di gioia avvenuta in Australia alla premiazione della finale della Coppa del mondo femminile Fifa, finale vinta dalla nazionale spagnola in presenza della regina Letizia.
Non sono stata rispettata
Davanti alle telecamere di tutto il mondo il bacio “galeotto” fra i due, seguito pochi giorni dopo da un comunicato stampa di Hermoso che dichiarava:” Mi sono sentita vulnerabile e vittima di un’aggressione, un atto impulsivo e sessista, fuori luogo e senza alcun tipo di consenso da parte mia. Semplicemente non sono stata rispettata”. Da quel comunicato è stato un susseguirsi di eventi clamorosi che hanno scosso il mondo calcistico, politico e l’opinione pubblica spagnoli.
Scuse inadeguate
Rubiales inizialmente si era difeso ad oltranza negando ogni addebito e rifiutandosi di dimettersi come richiesto dalle decine di manifestanti che avevano chiesto la sua testa subito dopo le dichiarazioni di Hermoso, davanti alla sede della Federcalcio spagnola, portando 56 membri della squadra nazionale all’ammutinamento insieme a tutte le neo campionesse che avevano dichiarato che non avrebbero più giocato in nazionale se Rubiales fosse restato a capo della Federcalcio spagnola.
Persino il governo si era espresso duramente definendo “azioni da macho” il comportamento del presidente. Rubiales allora aveva registrato un video dove aveva definito il suo gesto “spontaneo” e senza “cattive intenzioni” impegnandosi a “prestare maggiore attenzione” alle sue azioni ma evidentemente le scuse non sono state sufficienti perché sia la ministra del Lavoro Yolanda Dìaz che il ministro dello Sport Miquel Iceta avevano duramente condannato Rubiales e persino lo stesso premier Pedro Sanchez aveva dichiarato:”Penso che le scuse che ha dato Rubiales non siano adeguate e che debba continuare ad attivarsi per chiarire il suo comportamento, quello che abbiamo visto a Sidney è stato un gesto inaccettabile”.
Ad aggiungere tensione in una situazione già molto compromessa si era anche aggiunta la decisione della madre di Rubiales che, a seguito della sospensione di 90 giorni del figlio decisa dalla Commissione disciplinare della Fifa, aveva iniziato uno sciopero della fame barricandosi nella chiesa della Divina Pastora di Motril, città natale di Rubiales, in Andalusia.
Pochi si erano schierati in difesa di Rubiales
Pochi si erano schierati in difesa di Rubiales, tra questi Andreu Camps, segretario generale della Federcalcio spagnola e vice presidente dell’Uefa Executive Committee ma a fine agosto si era aggiunto a sorpresa un comunicato dalla Rfef (Federazione calcio spagnola) in cui non solo bocciava l’intenzione delle giocatrici di boicottare la Nazionale se non si fossero dimessi i vertici federali ma anche obbligando le stesse a presentarsi qualora convocate perché “la Rfef rispetta come ha sempre rispettato le decisioni delle calciatrici che vogliono giocare o meno con la Spagna nelle partite internazionali, sottolineando che la partecipazione alle nazionali è un obbligo di tutti i tesserati, se convocati”.
Non solo, nel comunicato, corredato da foto (in cui si vedeva Hermoso abbracciare e sollevare per un istante Rubiales, a riprova della buona fede del presidente) la Rfef affermava di aver provato più volte a contattare Hermoso senza mai ottenere risposta; contestando anche la smentita della giocatrice sul tentativo di sollevare, durante l’abbraccio sul palco, il presidente federale, sostenendo quindi che Luis Rubiales non aveva mentito quando aveva parlato di un bacio “consensuale”.
Ad aggiungere carne sul fuoco del dibattito pubblico, era anche intervenuto in polemica contro Rubiales José Miguel Ruiz Cortés, presidente dell’Associazione dei calciatori di Futsal – il calcio a 5 – presentando le sue dimissioni da membro del Consiglio d’amministrazione della RFEF, dopo quanto accaduto nell’Assemblea generale straordinaria, durante la quale Rubiales aveva annunciato la sua decisione di non dimettersi.
Il penultimo atto di questa saga in salsa spagnola si era consumato lo scorso settembre quando Rubiales, già sospeso dalla Rfef, aveva comunque annunciato le sue dimissioni dalla Federcalcio che guidava dal 2018. “Dopo la rapida sospensione operata dalla Fifa, più il resto dei procedimenti aperti nei miei confronti, è chiaro che non potrò tornare a ricoprire la mia posizione. Insistere e aggrapparsi alla sospensione non contribuirà a nulla di positivo, né per la Federazione né per il calcio spagnolo. Tra l’altro, perché ci sono poteri che impediranno il mio ritorno”. Contestualmente l’oramai ex presidente aveva rinunciato anche alla vicepresidenza della Fifa.
L’inchiesta
Ma nonostante queste ultime decisioni prese da Rubiales per cercare di alleggerire la sua posizione, la Procura spagnola aveva chiesto ad un Pm di attivare un’inchiesta per “aggressione sessuale” e “coercizione” e anche la Fifa aveva condannato oltre il bacio anche il comportamento successivo di Rubiales che avrebbe “fatto pressioni sulla giocatrice” e sul suo entourage “perché testimoniassero in suo favore”.
Intanto è iniziata l’opera di pulizia interna alla Rfef dopo le dimissioni dell’ex presidente, la nazionale femminile sembra davvero aver iniziato un cambiamento destinato a modificare la Federcalcio spagnola dalle fondamenta. Dopo il licenziamento di Andreu Camps , ex segretario generale, e Miguel García Caba, ex direttore del dipartimento di integrità, era arrivato anche quello di Pablo Garcia Cuervo, direttore della comunicazione alla Federcalcio.
Rubiales in attesa di sapere se inizierà il processo penale a suo carico per le accuse di aggressione sessuale e comportamenti coercitivi ha già lasciato Madrid ed è tornato a vivere a Motrìl ma ha comunque già annunciato che farà ricorso contro la sentenza della Fifa. La saga che ha sconvolto il mondo calcistico spagnolo e non solo, evidentemente riserverà altri capitoli.
Svolgo attività di collaborazione giornalistica per RSI, la Radiotelevisione Svizzera Italiana, e ho partecipato alla redazione e alla produzione dei servizi documentaristici sul crollo del ponte Morandi (“43-Il ponte spezzato”) e sulla truffa dei falsi Modigliani (“Il giallo Modigliani”), entrambi andati in onda su Falò, magazine settimanale di informazione e approfondimento di RSI. Collaboro con vari quotidiani digitali sui temi sanità, salute, ambiente e diritti civili. Ho collaborato per il quotidiano Il Secolo XIX.