Gli studi condotti dal Servizio Analisi Criminale, evidenziano un preoccupante incremento di minorenni coinvolti in reati violenti
Negli ultimi tempi, la cronaca ha documentato una serie di tragici episodi che mettono in luce una preoccupante escalation di violenza tra i giovani. Ragazzine immobilizzate con la forza, vittime di violenza di gruppo, stupri e aggressioni, sono solo alcuni dei drammatici fatti di cronaca che hanno sconvolto l’opinione pubblica. Questi episodi, perpetrati da minorenni nei confronti dei loro coetanei, sollevano interrogativi su una realtà allarmante e sempre più diffusa.
Il contesto della violenza giovanile
La violenza tra i giovani sembra essere diventata una triste costante nella società contemporanea. Il direttore centrale Anticrimine della Polizia di Stato, Francesco Messina, sottolinea che questa tendenza è alimentata anche dall’uso spropositato di droga e alcol, che contribuiscono ad amplificare comportamenti violenti e fuori controllo. La pandemia, con i suoi effetti negativi sulla salute mentale e sociale, ha ulteriormente accentuato questo fenomeno, rendendolo ancora più evidente e allarmante.
La dinamica dei casi
Uno degli aspetti più inquietanti di questa violenza giovanile è la sua natura transitoria. Come sottolinea il procuratore capo del tribunale dei minorenni di Milano, Ciro Cascone, spesso il giovane che perpetra atti di violenza ritorna a essere il “bravo ragazzo” che tutti conoscevano. Questa ambivalenza comportamentale complica la comprensione del fenomeno e rende difficile individuare i potenziali aggressori.
Mancanza di consapevolezza e empatia
Un elemento critico nell’analisi di questi episodi è la mancanza di consapevolezza e empatia da parte degli aggressori. Cascone sottolinea come i giovani, soprattutto in contesti di gruppo, possano passare dalla commissione di atti violenti a un completo distacco emotivo. Questa incapacità di comprendere appieno le proprie azioni e di sviluppare empatia nei confronti delle vittime rappresenta un serio rischio di ripetizione di atti violenti nel futuro.
Il report “Criminalità minorile in Italia 2010-2022” offre un’analisi dettagliata delle segnalazioni di minorenni di età compresa tra i 14 e i 17 anni denunciati o arrestati sul territorio nazionale, estrapolate dalla Banca Dati delle Forze di Polizia.
I numeri allarmanti
Tra il 2010 e il 2022, le segnalazioni di minorenni coinvolti in reati violenti sono aumentate in modo significativo. Le categorie di reato che presentano un incremento particolarmente preoccupante includono lesioni, rissa, rapine e minacce. I delitti contestati ai soggetti in ingresso negli Istituti Penali Minori (IPM) registrano un aumento del 21,65%, sottolineando la crescita inarrestabile di questa tendenza all’interno della fascia di età analizzata.
Il profilo della criminalità giovanile
L’analisi approfondita ha evidenziato un aumento del 33,65% nelle segnalazioni di minorenni per minacce tra il 2010 e il 2022. Questo periodo ha anche visto un picco nel 2017, seguito da un decremento nel biennio 2018-2019 e un successivo aumento del 27,64% tra il 2019 e il 2022. Le segnalazioni di minorenni per rissa hanno registrato un aumento del 57,40% nel periodo analizzato, con una forte accelerazione a partire dal 2018. Anche le segnalazioni per percosse hanno conosciuto un incremento significativo, passando da 340 nel 2010 a 696 nel 2022.
In particolare, si registra un forte incremento a partire dal 2018 (437 segnalazioni nel 2018 e 957 del 2022). Anche le segnalazioni per percosse registrano un incremento significativo dal 2010 al 2022 (340 segnalazioni nel 2010 e 696 nel 2022). Tra il 2019 ed il 2021 si rileva un aumento del 24,10%, seguito tra il 2021 ed il 2022 da un’ulteriore crescita del 35,15%.
Cause profonde e tendenze preoccupanti
Il report suggerisce che la pandemia ha contribuito ad amplificare il fenomeno, ma le cause radicano in una serie di fattori più profondi. La mancanza di attenzione da parte di scuola e famiglia, unite alle restrizioni e ai lockdown, ha portato a un superamento esagerato dei limiti da parte degli adolescenti. La diffusione del virtuale e l’uso incontrollato di internet hanno annullato i freni inibitori, alimentando una crescente violenza giovanile.
Sfide della prevenzione
La prevenzione di questa ondata di violenza giovanile richiede un approccio orizzontale, coinvolgendo scuole, famiglie e istituzioni. Il controllo della vendita di alcolici a minorenni si presenta come una sfida particolarmente difficile. Tuttavia, la vera complessità emerge dal ricorso diffuso tra i giovani a sostanze stupefacenti sempre più potenti, creando una condizione in cui il superamento dei limiti diventa patologico.
Soluzioni, proposte e interventi necessari
Il direttore centrale Anticrimine della Polizia di Stato sottolinea l’importanza di un impegno congiunto per abbassare il livello di pericolosità. L’educazione sessuale e affettiva nelle scuole è cruciale, iniziando fin dalla tenera età. L’obiettivo è educare al rispetto e all’empatia, plasmando individui consapevoli e responsabili. Allo stesso tempo, la collaborazione tra forze dell’ordine, magistrati, operatori sociali, scuole e professionisti della salute è fondamentale per affrontare questa sfida sociale in modo efficace.
L’impegno verso una società più sicura
La Commissione europea, inoltre, ha inviato richieste di informazioni a piattaforme come Meta (Facebook e Instagram) e Snap (Snapchat) ai sensi del Digital Services Act, sottolineando la necessità di maggiori sforzi nella protezione dei minori online e nella mitigazione dei rischi per la loro salute mentale e fisica.
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