Il bilancio dei palestinesi morti è salito a 11.500 persone dall’inizio della guerra
Tra i decessi registrati finora ci sono 4.710 minori e 3.160 donne e 29.800 persone sono rimaste ferite.
Il ministero della Sanità di Hamas, dal canto suo, ha assicurato che decine di corpi sono disseminati per le strade del nord della Striscia di Gaza e che è impossibile contarli perché l’esercito israeliano prende di mira le ambulanze e gli operatori sanitari che cercano di avvicinarsi.
La politica delle parole che lascia scorrere il sangue
In questa politica delle parole da parte della comunità internazionale, i morti sono così tanti che i volti, le vite, le speranze e il futuro spezzato di chi è palesemente innocente, sono ormai diventate solo statistiche. La totale mancanza di sensibilità e la convenienza politica ed economica di non opporsi alla foga stragista di Israele, stanno trasformando questo conflitto in un genocidio e in una pulizia etnica ormai evidente. Perché se sconfiggere Hamas è un diritto di Israele e, come già scritto molte volte, un bene anche per i palestinesi, lasciar morire neonati è un crimine contro l’umanità.
Nel contesto dell’escalation del conflitto tra Israele e Gaza, l’attacco delle forze israeliane nell’ospedale al Shifa ha sollevato gravi preoccupazioni a livello internazionale, innescando un acceso dibattito sulla conformità alle norme umanitarie internazionali.
Contesto dell’Operazione
L’annuncio dell’operazione da parte dell’esercito israeliano ha suscitato polemiche, poiché l’ospedale al Shifa è il principale centro medico nella Striscia di Gaza, ospitando non solo pazienti e personale medico, ma anche migliaia di sfollati.
Israele sostiene che l’obiettivo era un’azione precisa contro Hamas, poiché ritiene che sotto l’ospedale si trovi il quartier generale di Hamas e una rete di tunnel utilizzati per scopi militari.
Accuse di uso improprio di strutture mediche da parte di Hamas
Funzionari americani hanno supportato le affermazioni di Israele, definendo “fondate” le accuse di utilizzo improprio di strutture mediche da parte di Hamas. Tuttavia, rappresentanti e medici palestinesi respingono queste accuse, negando che l’interno dell’ospedale sia un avamposto militare.
Reazioni Internazionali
Le reazioni internazionali sono state immediate e fortemente critiche. Martin Griffiths delle Nazioni Unite ha espresso il suo sconvolgimento, sottolineando che la protezione dei civili, inclusi neonati e pazienti, deve essere prioritaria. Tedros Adhanom Ghebreyesus dell’OMS ha definito l’attacco “totalmente inaccettabile”, sottolineando la sacralità degli ospedali come zone neutre in tempi di conflitto.
Pressioni sugli Stati Uniti
Il coinvolgimento degli Stati Uniti nel dibattito è stato controverso. Mentre funzionari americani hanno appoggiato le azioni israeliane, più di 500 funzionari statunitensi hanno criticato il sostegno incondizionato a Israele e hanno richiesto un cessate il fuoco urgente. Queste divisioni evidenziano il malcontento interno riguardo alla politica di sostegno americano a Israele.
Israele e la priorità a difendersi
L’operazione nell’ospedale al Shifa solleva domande sulla priorità della difesa israeliana e sulla conformità alle leggi internazionali che proteggono le strutture mediche durante i conflitti. La preoccupazione principale riguarda il rischio per i pazienti e il personale medico, oltre alla possibile violazione delle convenzioni di Ginevra che vietano l’uso di ospedali per scopi militari.
Biden Appoggia l’Incursione dell’IDF ad al-Shifa dopo l’Incontro con Xi Jinping
Il presidente americano Joe Biden ha ribadito il sostegno degli Stati Uniti all’incursione dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane) nell’ospedale al-Shifa durante un atteso incontro con il presidente cinese Xi Jinping a San Francisco.
Hamas ha commesso il primo crimine…ma è un errore occupare Gaza
Biden ha dichiarato che Hamas ha commesso il primo crimine di guerra collocando il suo quartier generale e le sue forze armate sotto un ospedale. Ha sottolineato che la guerra di Israele non terminerà finché Hamas non sarà completamente distrutta.
Tuttavia, divergenze sorgono sui piani post-conflitto nella Striscia di Gaza. Biden ha sottolineato che sarebbe un errore se l’IDF rioccupasse Gaza, mentre il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha escluso che l’Autorità nazionale palestinese possa riempire il vuoto.
Stati Uniti, Russia e Regno Unito si sono astenuti nella votazione della prima risoluzione adottata dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU dall’inizio del conflitto. La risoluzione proposta da Malta, che sebbene legalmente vincolante, è stata respinta da Israele e chiede “estese pause umanitarie” e “corridoi umanitari” in tutta la Striscia, oltre al rilascio immediato degli ostaggi.
Intanto, l’IDF ha chiesto alle comunità del Sud di Gaza di evacuare, suggerendo un’espansione delle operazioni precedentemente concentrate a Nord.
Sul fronte diplomatico, continuano i negoziati per il rilascio dei circa 240 ostaggi israeliani detenuti da Hamas, mediati dal Qatar. Biden si è espresso “cautamente fiducioso” sulla possibilità di chiudere un accordo.
Il tour dell’Alto rappresentante dell’UE per gli Affari esteri, Josep Borrell, in Medio Oriente è in corso. Borrell sarà oggi in Israele per incontri con il presidente Herzog, il ministro Benny Gantz, il ministro degli Esteri Eli Cohen, il leader dell’opposizione Yair Lapid e altri rappresentanti, inclusi quelli delle Nazioni Unite.
Intanto…
Un raid aereo israeliano ha colpito la casa di Ismail Haniyeh, capo del braccio politico di Hamas, secondo quanto dichiarato dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) su Telegram. Haniyeh, considerato il leader generale del gruppo militante, risiede in Qatar da diversi anni.
Le IDF affermano che la sua abitazione era “utilizzata come infrastruttura terroristica e spesso serviva come punto di incontro per i leader senior di Hamas”.
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