Morti sul lavoro in Italia: perdono la vita circa 75 persone al mese

Il primo semestre del 2023 si è rivelato tragico per l’Italia, con un numero allarmante di 450 morti sul lavoro, di cui 346 avvenuti durante l’attività lavorativa e 104 nel tragitto verso e dal posto di lavoro

Questo si traduce in una media di 75 decessi al mese, circa 17 a settimana. Un bilancio che rivela una situazione critica, con una incidenza del 1,2% in più rispetto allo stesso periodo del 2022.

Situazione drammatica per i giovani lavoratori

Particolarmente preoccupante è l’alta incidenza di mortalità tra i giovani lavoratori, con un aumento del 100% nei decessi nella fascia di età compresa tra i 15 e i 24 anni rispetto ai colleghi tra i 25 e i 34 anni. Fino ai 14 anni, sono state denunciate 30.712 vittime di infortuni, rappresentando oltre il 10% del totale.

Rischio elevato per i lavoratori stranieri

I lavoratori stranieri continuano a essere a rischio elevato, con un tasso di mortalità quasi doppio rispetto agli italiani. L’incidenza di mortalità per gli stranieri è del 25,3, mentre per gli italiani è del 13,8, evidenziando una disparità significativa.

Andamento dei decessi per regione

La situazione è stata mappata da Vega Engineering, evidenziando le regioni più colpite. In zona rossa, con un’incidenza superiore al 25%, si trovano Umbria, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. In zona arancione: Valle D’Aosta, Campania, Calabria, Sicilia, Piemonte e Puglia. In zona gialla: Veneto, Lombardia, Lazio, Marche, Emilia Romagna e Liguria. In zona bianca: Sardegna, Basilicata, Toscana e Molise.

Riduzione delle denunce totali di infortuni, ma emergenza persistente

Se da un lato si registra una riduzione del 22,4% nelle denunce totali di infortuni rispetto a giugno 2022, è importante sottolineare che questa diminuzione è in gran parte attribuibile alla conclusione dell’emergenza sanitaria legata al COVID-19. Nella sanità, ad esempio, le denunce sono diminuite del 73,1%, confermando l’assenza quasi totale di infortuni connessi al COVID-19.

Settore manifatturiero ancora il più colpito

L’attività manifatturiera rimane il settore più colpito dagli infortuni, registrando 35.503 casi. I settori dei Trasporti e Magazzinaggio (50 decessi), delle Costruzioni (39 decessi) e del Commercio (27 decessi) seguono nella classifica delle attività più pericolose.

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