Mentre il conflitto rischia di allargarsi in Libano, crescono le tensioni a Gerusalemme e continuano i bombardamenti a Gaza
Hezbollah ha attaccato una base cruciale per il controllo del traffico aereo sul Monte Meron, anche se le difese aeree sono rimaste intatte grazie ai sistemi di backup in funzione, nessun soldato è stato ferito
Secondo l’esercito israeliano, Hezbollah ha colpito la base, sostenendo che il sito sarebbe strategico nel caso il conflitto si allargasse al Libano.
Scontri lungo il confine con il Libano
Gli scontri lungo il confine con il Libano, insieme alle tensioni con Hamas a Gaza, stanno mettendo a dura prova la diplomazia degli Stati Uniti, specialmente in vista della visita del Segretario di Stato Antony Blinken in Medio Oriente. Tuttavia, il raid missilistico degli Hezbollah rappresenta uno dei più gravi attacchi militari da parte del gruppo militare filo iraniano durante i mesi di combattimenti tra Hamas e Israele a Gaza.
Hezbollah ha motivato il suo attacco definendolo una “risposta iniziale” all’uccisione mirata di uno dei più importanti dirigenti politici di Hamas, Saleh al-Arouri, in una roccaforte di Hezbollah a Beirut la scorsa settimana.
Il capo di stato maggiore militare israeliano, tenente colonnello Herzi Halevi, ha affermato che la pressione militare su Hezbollah è in aumento, e che se non sarà efficace, la prospettiva sarà l’inizio di una nuova guerra con il Libano.
Benjamin Netanyahu ha avvertito Hezbollah che potrebbe subire la stessa lezione che israele ha impartito ad Hamas sottolinenado la ferma volontà del Governo di difendere i cittadini israeliani da qualsiasi minaccia.
Sgomberati i manifestanti davanti alla Knesset
Intanto sono stati sgomberati con la forza manifestanti davanti alla Knesset. Tra gli organizzatori delle proteste alcuni parenti vittime del 7 ottobre.
La protesta è stata organizzata per chiedere le dimissioni di Netanyahu con l’auspicio di andare a “elezioni subito.
Netanyahu e la sua guerra privata
Roni Goren Ben-Zvi, il cui fratello Yonatan Richter è stato assassinato al Nova festival ha dichiarato riferendosi al premier Benyamin Netanyahu: “Mio fratello è stato ucciso a causa di un uomo che da otto anni conduce una guerra privata contro l’intero Paese solo per poter sopravvivere, eludere la giustizia e continuare a derubare i nostri fondi. Solo gli sciocchi seguono le sue bugie. È un narcisista che non ha mai pensato alla sicurezza del Paese e dei suoi cittadini”.
Peggiora anche la situazione in Cisgiordania, dove domenica altre 10 persone hanno perso la vita negli scontri con l’esercito.
Uccisa per sbaglio
La polizia israeliana ha confermato di aver “per sbaglio”ucciso una bambina palestinese di quattro anni durante un conflitto a fuoco. L’obiettivo iniziale della polizia era un uomo alla guida di un’auto che aveva precedentemente cercato di travolgere i poliziotti presso un checkpoint.
Secondo le prime ricostruzioni degli eventi, l’auto, occupata da un uomo e una donna, ha accelerato vicino al checkpoint nella città di Biddu, causando ferite a una giovane agente della polizia di frontiera.
In risposta, gli agenti di polizia hanno aperto il fuoco, causando la morte del conducente e del passeggero. Tuttavia, gli spari hanno anche colpito un altro veicolo che si trovava nelle vicinanze e trasportava la bambina. La piccola è rimasta gravemente ferita e purtroppo è stata dichiarata morta dai soccorritori poco dopo.
Questo tragico incidente solleva gravi preoccupazioni riguardo all’uso della forza da parte della polizia israeliana e alla sicurezza nei checkpoint della regione. La morte accidentale di una bambina durante un’operazione di polizia evidenzia la necessità di un esame approfondito delle procedure operative e di una riflessione critica sull’adeguatezza delle tattiche impiegate in situazioni simili.
Le forze di sicurezza devono garantire che le azioni intraprese siano proporzionate e mirate a preservare la vita, evitando danni collaterali.
In un contesto già segnato da tensioni e conflitti, la comunità internazionale deve vigilare affinché vengano rispettati i diritti umani e che venga fatta giustizia per tutte le vittime, compresa la giovane bambina tragicamente coinvolta in questo incidente. In attesa che il Tribunale Penale Internazionale faccia il suo lavoro.
Cosa sta succedendo a Gaza
All’interno di Gaza, il conflitto con Hamas entra nel quarto mese. L’esercito israeliano ha segnalato la conclusione delle principali operazioni militari nel nord di Gaza, e nei prossimi giorni si concentrerà in un’offensiva a sud, dove sono tuttora in corso intensi combattimenti a Khan Younis, con l’aeronautica israeliana che ha effettuato attacchi su circa 30 obiettivi “significativi” di Hamas nell’area, tra cui siti sotterranei, depositi di armi e altre infrastrutture
I soldati israeliani hanno colpito anche “un gruppo di più di 10 agenti di Hamas” che si trovava “in un sito di lancio di razzi”.
l’ospedale dei Martiri di al-Aqsa non è sicuro
Intanto medici, pazienti e sfollati stanno fuggendo dall’ospedale al-Aqsa, nel centro di Gaza, mentre si avvicinano i combattimenti tra le forze israeliane e i militanti di Hamas.
Medici Senza Frontiere e altri gruppi di soccorso si sono ritirati dall’ospedale a Deir al-Balah nei giorni scorsi, perché ritenuto non più sicuro.
Omar al-Darawi, dipendente dell’Ospedale dei Martiri di al-Aqsa, ha detto che la struttura è stata colpita più volte negli ultimi giorni e che migliaia di persone sono andate via dopo il ritiro dei gruppi di soccorso internazionali. I pazienti sono stati concentrati su un piano per consentire ai medici rimasti di curarli più facilmente. “Abbiamo un gran numero di feriti che non possono muoversi”, ha raccontato, “hanno bisogno di cure speciali che non sono disponibili”.
Stati Uniti in difficoltà
Gli appelli degli Stati Uniti per una riduzione dell’offensiva israeliana e un passaggio a attacchi più mirati contro i leader di Hamas evidenziano la crescente preoccupazione internazionale per la situazione umanitaria nella regione. Il numero delle vittime palestinesi continua a salire, con particolare attenzione alle perdite civili, e la comunità internazionale sta cercando di mediare per raggiungere un accordo e porre fine alle ostilità.
Copertina: EPA
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