Lo ha detto al convegno “Palermo-Helsinki: il corridoio con il Ponte sullo Stretto per lo sviluppo sostenibile del Mezzogiorno d’Europa”
L’annuncio di Matteo Salvini dell’apertura dei cantieri per il Ponte sullo Stretto nel 2024 ha i soliti toni enfatici a cui ormai la politica ci ha abituati. Il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti del governo Meloni non ha esitato a definirlo “un evento mondiale”. Secondo il leader della Lega, questo ponte sarà “il più lungo, il più innovativo e il più sostenibile del mondo. Tutti gli studi passati hanno certificato la riduzione di emissioni di CO₂”.
Durante il suo intervento al convegno “Palermo-Helsinki: il corridoio con il Ponte sullo Stretto per lo sviluppo sostenibile del Mezzogiorno d’Europa”, Salvini ha sottolineato il presunto suicidio economico e ambientale che rappresenterebbe l’opzione di non realizzare il ponte. Una dichiarazione che non sorprende considerando che al convegno erano presenti, oltre al viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi, il presidente di Rfi Dario Lo Bosco e l’amministratore delegato della Società Stretto di Messina, Pietro Ciucci.
In realtà sono in molti a dubitare della validità di questa opera mastodontica e la considerano più un capriccio grandioso che una necessità sensata. Un’ossessione costosa che potrebbe invece essere indirizzata verso soluzioni più pragmatiche e necessarie.
Il leader politico ha aggiunto anche che “il ponte da solo non significa nulla”, trascurando il fatto che, oltre a essere “una straordinaria opera di ingegneria”, rappresenta un gigantesco buco nelle finanze pubbliche. Le risorse potrebbero essere impiegate in modo più responsabile per affrontare le reali esigenze delle infrastrutture stradali e ferroviarie di Sicilia e Calabria.
Salvini ha invocato il ruolo fondamentale dei sindaci, ignorando le crescenti preoccupazioni e l’opposizione proveniente da vari settori della società. In primo luogo proprio da un ex sindaco e leader della battaglia contro questa grande opera, Renato Accorinti, che recentemente l’ha definita una “sciagura”.
Al di là delle promesse di sviluppo sostenibile, il ministro è consapevole del fatto che in Sicilia non ci sono ancora le autostrade?
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.