La situazione in molti istituti è gravissima. A Brescia Canton Monbello l’affollamento è ormai al 200%, a Foggia al 190%, a Como al 186% e a Taranto al 180%
La situazione delle carceri italiane continua a destare crescente preoccupazione, con dati allarmanti che evidenziano una costante crescita della popolazione detenuta. Al 30 novembre, nonostante i 51.272 posti ufficialmente disponibili (in realtà circa 3.000 in meno), si contavano ben 60.116 detenuti. Tra questi, 2.549 erano donne, rappresentando il 4,2% del totale, mentre gli stranieri raggiungevano il 31,4%, con un totale di 18.868 individui.
Il tasso di crescita attuale è estremamente preoccupante, evidenziato dai dati del trimestre da settembre a novembre, in cui i detenuti sono aumentati di 1.688 unità. Questo incremento è superiore ai trimestri precedenti, con 1.198 nel trimestre precedente e 911 nel periodo ancora precedente. Nel corso del 2022, la crescita ha superato raramente le 400 unità a trimestre. Se il ritmo attuale persiste, tra un anno ci troveremo con oltre 67.000 detenuti, avvicinandoci ai numeri della condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo. Tuttavia, c’è una fondata preoccupazione che questo tasso di crescita possa accelerare ulteriormente, superando tale stima in tempi ancora più brevi.
Affollamento record e spazi detentivi ridotti
L’affollamento carcerario è sempre più critico, con un tasso ufficiale del 117,2%. Tuttavia, alcune regioni come la Puglia hanno raggiunto il 153,7%, la Lombardia il 142% e il Veneto il 133,6%. In alcune carceri specifiche, come a Brescia Canton Monbello, l’affollamento ha raggiunto il 200%, mentre a Foggia è al 190%, a Como al 186%, e a Taranto al 180%. Questi numeri riflettono condizioni di vita insostenibili che, purtroppo, si prevede peggiorino nei prossimi mesi.
Nonostante la popolazione detenuta cresca, gli spazi detentivi ufficialmente disponibili sono aumentati solo marginalmente, passando da 50.228 alla fine del 2016 a 51.272 attuali. Ciò ha portato a un aumento del tasso di affollamento, con detenuti che spesso hanno meno di 3 mq di spazio calpestabile nelle loro celle. Nel 33% delle carceri visitate, si registravano condizioni di detenzione che violavano l’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, con un costante aumento dei ricorsi da parte dei detenuti.
Personale inadeguato e risorse limitate
Sebbene il numero di educatori sia aumentato leggermente (da uno ogni 87 detenuti nel 2022 a uno ogni 76 nel 2023), il personale di polizia penitenziaria è diminuito (da un agente ogni 1,7 detenuti nel 2022 a uno ogni 1,9 nel 2023). Questa disparità evidenzia la mancanza di risorse umane adeguate per gestire la crescente popolazione carceraria.
Il numero di persone che lavorano all’interno delle carceri è leggermente diminuito, passando da 17.209 alla fine del 2022 a 16.305 al 30 giugno 2023. Tuttavia, si registra un aumento di coloro che lavorano per altri datori di lavoro, anche se la maggior parte di loro è impiegata in cooperative sociali.
Formazione e istruzione: disparità regionali
Le opportunità di formazione professionale sembrano aumentare, con 3.359 iscritti nel primo semestre del 2023, rispetto ai 2.248 del primo semestre del 2022. Tuttavia, ci sono notevoli disparità regionali, ad esempio in Lombardia con 840 iscritti rispetto a soli 130 in Campania.
Il numero di persone coinvolte nei percorsi di istruzione è cresciuto, con 19.372 nel 2022-2023, rispetto a 17.324 nell’anno scolastico precedente. Tuttavia, tali progressi sono opacati dalla grave situazione strutturale delle carceri.
Condizioni inumane e suicidi
Il 31,4% delle carceri visitate è stato costruito prima del 1940, e nel 10,5% non tutte le celle erano riscaldate. Nel 60,5% delle carceri, l’acqua calda non era garantita per tutto il giorno. Suicidi e atti di autolesionismo sono in aumento, con 68 suicidi registrati nel 2023 e 16,3 atti di autolesionismo ogni 100 detenuti. I dettagli tragici includono impiccamenti (85,3%), asfissia con bombola da gas (5,9%), e sciopero della fame (4,4%).
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