Tornano le serate in blu targate Riff nella piazzetta di Portofino

Due gli appuntamenti in programma: sabato 22 giugno “Curtiz”, premio miglior regia al Riviera International Film Festival 2019,  e il 12 settembre “Al di là delle Nuvole” di Michelangelo Antonioni. Il Cinema in blu è organizzato con la collaborazione dell’agenzia di produzione Flying Donkeys

Genova – Sarà “Curtiz” il film che il Riviera International Film Festival porterà nella Piazzetta di Portofino sabato 22 giugno per Cinema in Blu, rassegna organizzata da Splendido e Splendido Mare, entrambi Belmond Hotel, in collaborazione con l’agenzia di produzione Flying Donkeys.
Lo spin-off dell’ottava edizione del RIFF, andato in scena a Sestri Levante dal 7 al 12 maggio, sarà il primo di due appuntamenti in programma in riva alla perla del Tigullio. Sono previsti posti liberi per la visione fino ad esaurimento.
La seconda serata, di quello che è ormai diventato un appuntamento fisso del post festival, si celebrerà giovedì 12 settembre sempre in Piazzetta con un omaggio al cinema di Michelangelo Antonioni, regista già ricordato e celebrato al Riff 2024. Per l’occasione sarà proiettato “Al di là delle Nuvole”, capolavoro del 1995 realizzato in collaborazione con Wim Wenders e girato in parte proprio a Portofino.

“Curtiz” aveva vinto nel 2019 il premio Miglior Regia al RIFF 2019 dopo aver essere stato nominato miglior film al Montreal World Film Festival nel 2018. Opera prima dello svizzero-ungherese Tamas Yvan Topolánszky, è una pellicola molto apprezzata dagli appassionati delle “Hollywood Story”, quel filone in cui viene svelato il dietro le quinte di grandi classici o il privato delle star. «Curtiz racconta la storia di tutto quello che è accaduto nelle riprese di uno dei più grandi capolavori della storia del cinema, Casablanca – racconta Massimo Santimone, responsabile della programmazione del Riviera International Film Festival -. Il regista del film. Michael Curtiz, durante la sua lavorazione affrontò una serie incredibile di traversie, compresa una serie di incomprensioni con i produttori e il governo americano, una sceneggiatura non ancora finita, litigi con attori e svariati intoppi tecnici, ma anche problemi personali e il dramma della Seconda Guerra Mondiale che da lì a poco sarebbe scoppiata.  Vicissitudini che, tuttavia, non ne compromisero produzione e uscita. Tutto questo viene raccontato dal giovane regista Topolánszky che ha presentato il film in anteprima in Italia proprio al Riviera International Film Festival».

La pellicola, realizzata nel 2018, premia il meticoloso lavoro di un regista che con questo film ha voluto celebrare una pietra miliare della storia del cinema. «Per il primo appuntamento di Cinema in Blu abbiamo scelto “Curtiz” perché ritenuto un film fondamentale ed imperdibile, soprattutto per chi ama le storie di persone che con la loro personalità hanno creato la storia», aggiunge Santimone.

La Trama

All’inizio di Curtiz Jack Warner discute con Hal B. Wallis sulla trasposizione cinematografica dello spettacolo Everybody Comes to Rick’s: la storia del proprietario di un bar, frequentato da rifugiati e militari, che aiuta un combattente della resistenza legato alla donna che ama.

Gli Stati Uniti sono appena entrati in guerra e Wallis ha le idee chiare: “La gente non vuole pensare alla guerra”. Ma il governo, attraverso un arcigno funzionario incaricato di seguire l’operazione, si è già mosso con il potente Warner. Hollywood deve impegnarsi a produrre un cinema di propaganda anti-nazista.
Wallis vorrebbe concentrare l’adattamento sul tormento di una donna che “deve scegliere tra il cuore e la testa”. Warner pretende solo una cosa: “Lo voglio martedì!”. I tre apportano qualche modifica, cambiano il titolo, delegano la riscrittura agli Epstein: l’abbiamo capito, il film in questione è Casablanca.

A chi assegnare la regia? Wallis fa il nome di Michael Curtiz, uno che “praticamente mangia e caga film” (è al diciottesimo lavoro in cinque anni…). Warner è contrario perché il fumantino director è noto per non rispettare i tempi di consegna. Dopo questo momento iniziale, mirabile per precisione della scrittura ed eleganza della messinscena, partono gli splendidi titoli di testa di Curtiz ed è sempre più raro vederne di così raffinati in un film e non in una serie.
Sostenuto dal folgorante bianco e nero di Zoltán Dévényi (con improvvisi virate scarlatte e un unico fascio di luce a dare calore alla filologica resa estetica), Topolánszky mantiene le promesse dell’inizio e si focalizza sul ritratto dell’antieroe titolare. Bulimico e tormentato, carismatico e testardo: “Ha talento ma tutti i soldi li spende tra donne e alcool”, dicono di lui.

Ferenc Lengyel è strepitoso nel calibrare i furori e i dolori di un emigrato ungherese dominato dall’ambizione di diventare il più grande e disperatamente alla ricerca di un finale per Casablanca. “Nessun film ha cambiato il corso della storia: ma ci puoi provare”, lo sprona qualcuno.

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