Gli Amici del Chiaravagna denunciano i rischi sanitari e ambientali di un inceneritore a Scarpino e chiedono scelte sostenibili per la gestione dei rifiuti, promuovendo l’economia circolare e la tutela della salute pubblica.
La Regione Liguria guarda alla realizzazione di un impianto per chiudere il ciclo dei rifiuti trasformandoli in energia, ma l’annuncio del presidente Marco Bucci, rilasciato a margine dell’inaugurazione della Regione Europea dello Sport, non ha dissipato le perplessità. Sebbene il progetto sia ancora in fase preliminare, la possibilità che si tratti di un termovalorizzatore o di un sistema ‘waste to chemical’ apre a scenari controversi, sia dal punto di vista ambientale sia strategico. La promessa di una manifestazione di interesse entro pochi mesi lascia in sospeso molte domande, mentre il territorio e i cittadini attendono risposte concrete e trasparenza su una questione che potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro della gestione dei rifiuti in Liguria.
Liguria e il ciclo dei rifiuti: un progetto che solleva dubbi
La proposta di un impianto di incenerimento dei rifiuti presso la discarica di Scarpino, ventilata dal Presidente della Regione Liguria Marco Bucci, riapre un tema cruciale per il futuro della gestione ambientale e della salute pubblica in Liguria. Nonostante l’urgenza di scelte sostenibili e di una pianificazione a lungo termine, si continua ad assistere a decisioni approssimative, guidate da calcoli elettorali e prive di trasparenza. Delegare scelte così strategiche alle aziende, senza un serio coinvolgimento degli enti preposti e della cittadinanza, rischia di compromettere il benessere dei cittadini e di aggravare i problemi strutturali di un sistema già inefficiente.
In un contesto geografico fragile come quello ligure, è fondamentale abbandonare soluzioni centralizzate e dannose come l’inceneritore, che oltre a rappresentare un rischio ambientale e sanitario, contraddice l’impegno verso un’economia circolare e una gestione decentralizzata dei rifiuti. La salute pubblica, la qualità dell’aria e il futuro delle nostre comunità non possono essere sacrificati per scelte miopi e controproducenti.
Scarpino e l’inceneritore: preoccupazioni e critiche al progetto regionale
L’Associazione Amici del Chiaravagna ha espresso profonda preoccupazione riguardo alle recenti dichiarazioni del Presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, sulla possibile pubblicazione di un avviso di manifestazione di interesse per la costruzione di un impianto di incenerimento dei rifiuti, ipoteticamente localizzato presso la discarica di Scarpino. L’annuncio, che solleva numerose perplessità, riporta al centro del dibattito temi cruciali come la gestione dei rifiuti e la tutela della salute pubblica.
Nonostante il passare degli anni e l’alternarsi delle amministrazioni, la gestione dei rifiuti continua a essere affrontata con superficialità e ambiguità. Spesso le decisioni sembrano guidate più da calcoli elettorali che da un reale impegno verso la sostenibilità e la salvaguardia della salute pubblica. Delegare alle aziende scelte tecnologiche di tale rilevanza è una prassi che sottolinea una grave mancanza di responsabilità politica, proprio su un tema che richiederebbe analisi rigorose e una visione strategica a lungo termine.
La riduzione delle dimensioni del TMB e il rischio di un doppio danno
Un esempio emblematico di questa mancanza di lungimiranza è rappresentato dalla riduzione delle dimensioni dell’impianto di Trattamento Meccanico-Biologico (TMB) previsto a Scarpino. Questa scelta, oltre a compromettere l’efficienza del sistema di gestione dei rifiuti, sembra orientata esclusivamente a creare spazio per un inceneritore. Una decisione che comporterebbe un duplice danno per i cittadini: da un lato economico, con costi aggiuntivi legati alla gestione dei rifiuti; dall’altro ambientale, con rischi significativi per la salute pubblica.
In un contesto geografico come quello di Scarpino, caratterizzato da un territorio montuoso, un inceneritore potrebbe infatti aggravare la qualità dell’aria a causa delle emissioni nocive, con ripercussioni dirette sul benessere della popolazione residente.
Le contraddizioni nel discorso del Presidente Bucci
Il Presidente Bucci ha motivato l’ipotesi dell’inceneritore sostenendo che contribuirebbe a ridurre le emissioni di CO2 legate al trasporto dei rifiuti. Tuttavia, questa argomentazione appare in netto contrasto con l’idea di concentrare l’intero sistema di smaltimento in un unico impianto regionale. La complessa conformazione geografica della Liguria e le sue fragilità infrastrutturali rendono prioritario adottare una gestione dei rifiuti decentralizzata, con impianti distribuiti sul territorio per minimizzare i costi ambientali e sociali legati al trasporto.
Inoltre, la proposta di localizzare l’inceneritore su una discarica con rifiuti tombati come quella di Scarpino solleva interrogativi sui rischi strutturali e sulla sostenibilità a lungo termine. Tali criticità amplificano le preoccupazioni già espresse dai cittadini e dalle associazioni ambientaliste.
Una Tari elevata e un sistema inefficiente
Il sistema di gestione dei rifiuti in Liguria presenta già oggi evidenti inefficienze, con strade invase dai rifiuti e una Tari tra le più alte in Italia. Questi disservizi pesano sulle spalle dei cittadini, che si trovano a pagare il prezzo di scelte politiche miopi e di un sistema di raccolta frammentato e inadeguato.
La necessità di un cambio di rotta
Di fronte a queste problematiche, è tempo di abbandonare proclami vuoti e di intraprendere un percorso concreto verso l’economia circolare. Ciò significa adottare scelte coraggiose e sostenibili, capaci di garantire la tutela dell’ambiente e il benessere della comunità. Solo con una visione strategica a lungo termine, guidata dalla trasparenza e dalla partecipazione pubblica, si potrà affrontare efficacemente la sfida della gestione dei rifiuti, costruendo un futuro più sano e sostenibile per la Liguria.
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