Una rottura che era nell’aria da tempo ma che è precipitata dopo le dimissioni di Andrea Agostini
Genova – “Di fronte all’ennesimo episodio da parte del Circolo Nuova Ecologia, con l’organizzazione nei giorni scorsi della manifestazione non condivisa organizzata a Nervi, il presidente regionale in accordo con il Direttore ha disposto l’immediata sospensione del Circolo Nuova Ecologia dalla qualifica di socio di Legambiente Liguria“.
L’oggetto del contendere, sottolineato nella nota dal presidente Santo Grammatico, sarebbe la mancanza di “un confronto con gli organismi associativi e gli altri Circoli di Legambiente presenti in tutta la regione sull’organizzazione o sulla partecipazione ad appuntamenti pubblici sul territorio genovese”.
Una critica alla quale il presidente della Nuova Ecologia, Marco Fabbri, risponde colpo su colpo con un comunicato stampa al vetriolo: “Oggi Legambiente è un po’ meno libera” perchè “si è scelto di silenziare la voce dello storico Circolo Nuova Ecologia di Genova che ha affiancato e dato rappresentanza a molte battaglie sul territorio e per queste scomode rivendicazioni era mal sopportato. Così lo si è voluto progressivamente emarginare dall’Associazione, escludendolo dagli organismi direttivi regionali”.
Non le manda a dire Fabbri che ai suoi ex colleghi ribatte denunciando una vera e propria “manovra orchestrata per isolarci, privandoci di informazioni, coordinamento e supporto, e in buona sostanza mettendoci inevitabilmente nella condizione di agire in totale solitudine rispetto ad un’Associazione con lo sguardo rivolto altrove, tesa cioè a fare del lobbysmo ambientale (a rimorchio di Campagne Nazionali di monitoraggio sullo stato dell’ambiente cui far seguire come da prassi comunicati più o meno severi) ma disincarnato dalle battaglie necessarie a mobilitare le risorse per un reale cambiamento di sistema”.
Accuse pesanti che non finiscono qui: “Con ciò si è ottenuto il doppio risultato di giustificare la propria esistenza e di giocare questa credibilità nei confronti di un’Amministrazione a cui gioverebbe essere giudicata con indulgenza, ma che a sua volta – ricordiamolo – è anche dispensatrice di finanziamenti su bandi di progetto, patrocinii e quant’altro. Per questo motivo il dissenso sulle linee di politica associativa rivolte dal Circolo già nel corso del Congresso Regionale del 2019 (sostanziate in emendamenti che ne criticavano il malgoverno, la poca trasparenza e miopia nelle scelte, sempre a favore di circoli tematici che non tenevano conto della complessità degli interventi di volta in volta in discussione – prima i canoisti a Nervi, successivamente i ciclisti in Corso Italia…… – e non affrontavano temi dirimenti come la gestione dei beni pubblici in house, tipo le concessioni autostradali, o le problematiche legate all’esplosione sui territori, in particolare la Valpolcevera, della bomba chiamata Logistica) avevano rappresentato evidentemente un punto di non ritorno per i nostri interlocutori: ma il salto di qualità è stato compiuto nel derubricare a questioni di carattere meramente disciplinare un dissenso di strategia politica e dunque di normale dialettica democratica”.
E poi sul voto rispetto al ritiro dell’affiliazione denuncia: “Per quella via si è riusciti quindi a convincere anche Circoli che non erano a conoscenza delle pretestuose questioni contestateci affinché votassero, chi per deferenza all’autorità chi per amicizia chi perché in qualche modo corresponsabile, a favore della richiesta all’Assemblea Nazionale per il ritiro della nostra affiliazione, ora anticipata direttamente da un provvedimento di sospensione immediata dei responsabili Regionali.
Non stiamo qui a ricordare tutte le occasioni in cui l’Associazione regionale ai suoi massimi livelli si è fatta notare per la rumorosa assenza nelle discussioni urbanistiche di prima grandezza che hanno riguardato il territorio del genovesato (vedi il Piano Urbanistico Comunale), o uscendosene con posizioni edulcorate (come per la speculazione sulla costa di Vesima), dove non a caso per entrambe hanno escluso il ricorso a possibili azioni legali, o su temi eticamente sensibili nelle manifestazioni tenutesi in città per la pace, antifasciste e antirazziste, rendendosi spesso non disponibili ad azioni di concerto con altre associazioni ambientaliste”.
Una voce fuori dal coro che disturbava le alte sfere, conclude Fabbri che sottolinea: “L’intenzione è stata quindi di spegnere una voce fuori dal coro che più di recente si è spesa, a loro modo di vedere illegittimamente, a fianco del presidio di protesta dei Comitati di Sampierdarena sul trasferimento dei depositi petrolchimici insalubri e a rischio d’incidente rilevante in Porto o di quello dei Comitati della Valbisagno per le mortificanti politiche portate avanti dalla Giunta o di quello di Nervi per gli altrettanto disastrosi provvedimenti adottati (paradossalmente a volte anche con le migliori intenzioni) fin dal suo insediamento e che ci avevano già portato ad insignire il Sindaco del Premio Attila: che poi forse tutto ciò non sia altro che un messaggio mandato all’Amministrazione Comunale?“.
E infine promette battaglia: “Noi comunque sia in Legambiente, qualora l’Associazione nel suo complesso si dimostri ben altra cosa rispetto al livello Regionale, sia con un progetto autonomo, di cui non mancheremo nel caso di mettervi a conoscenza, cercheremo di portare avanti le nostre battaglie con la stessa coerenza che ci viene anche in questa occasione riconosciuta dagli attestati di solidarietà che stiamo ricevendo”.
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