L’Ispi: doppio standard nel trattamento dei migranti in base ai paesi di provenienza
La guerra in Ucraina ha generato un flusso di rifugiati rapido e massiccio, senza precedenti. Secondo i dati dell’UNHCR elaborati dall’Ispi – l’Istituto per gli studi di politica internazionale -, sarebbero 3 milioni i profughi ucraini che si sono mossi in 20 giorni. Un numero enorme se pensiamo che la guerra nei Balcani aveva creato “solo” un milione di profughi, il conflitto del Kosovo 0,7 milioni, e la crisi dei migranti del 2015 0,9 milioni.
Di fronte a questo esodo colossale, i leader europei hanno risposto subito con solidarietà, aprendo i confini e facilitando le procedure di ingresso. “L’UE ha approvato l’utilizzo della Direttiva di Protezione Temporanea, che darà alle persone provenienti dall’Ucraina (salvo alcune categorie) il diritto di essere accolti nel territorio dell’Ue con procedure semplificate“, spiega l’Ispi.
Messa in campo per la prima volta, “questa direttiva dà ai rifugiati di guerra una protezione mai vista per la semplicità delle procedure” che sono “particolarmente snelle e veloci, con accesso al sistema educativo, al mercato del lavoro, all’alloggio e all’assistenza sociale, con un rinnovo automatico di un anno“.
Una solidarietà immediata e senza condizioni che si allontana molto dalla gestione di altre “crisi migratorie” del passato come quella del 2015 nel Mediterraneo, quando si contarono 3.692 morti in mare, o la chiusura dei confini da parte dell’Ungheria per bloccare i migranti in arrivo dalla rotta balcanica, o il recente trattamento dei richiedenti asilo al confine Lituano-Bielorusso.
“Si è passati da una politica di chiusura a una di benvenuto“, sottolinea l’Ispi che poi rileva: “Un’accelerazione virtuosa di fronte alla guerra in corso, ma che ha fatto parlare di doppio standard nel trattamento dei migranti in base ai paesi di provenienza”. E forse anche del colore della pelle.
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