La proposta sul tavolo è la neutralità dell’Ucraina. Dopo il giallo dell’avvelenamento ai negoziati presenzia anche Abramovich
Istanbul – Ci sono timidi segnali per un “cessate il fuoco” nonostante Biden continui a versare benzina sull’incendio ucraino. D’altronde le lezioni di mid-team sono alle porte e l’argomento “Putin” aiuterebbe l’incerto Biden a coprire le magagne dei primi anni di mandato.
Il vero passo lo fa la Russia che parrebbe abbandonare il progetto di “denazificazione” dell’Ucraina accentando anche l’adesione di Kiev all’Unione europea a patto che non si allinei militarmente.
La Turchia ospita il vertice di pace
A fare da ago della bilancia il Presidente turco, Recep Tayyip Erdoğan, che ha chiesto l’immediata sospensione degli scontri subito sottolineando che Ucraina e Russia hanno “legittime preoccupazioni”. E mentre i due principali negoziatori, il russo Vladimir Medinsky e l’ucraino David Arahamiya, secondo fonti russe, pare si siano confrontati in privato prima dell’inizio del vertice, durante il discorso introduttivo di Erdogan era presente anche Roman Abramovich in veste non ufficiale ma con l’assenso di Russia e Ucraina.
Donbass
Rimane da sciogliere il nodo relativo al Donbass e nel merito il ministro della Difesa russo, Sergej Shoigu, ha dichiarato che “Il potenziale militare delle forze armate ucraine è stato significativamente ridotto, il che ci consente di concentrare la nostra attenzione e i nostri sforzi sul raggiungimento dell’obiettivo principale: la liberazione del Donbass”.
Zelensky vuole l’integrità territoriale
Su questo punto il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato che la proposta di neutralità dell’Ucraina è accettabile a fronte, però, dell’integrità territoriale. Uno stallo sostanziale nelle trattative di pace che comunque proseguono nonostante da più parti ci sia molto scetticismo.
Per il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba “l’obiettivo minimo saranno i corridoi umanitari e quello massimo il raggiungimento di un accordo su un cessate il fuoco”, mentre sul versante Baltico fonte Tass, il ministero degli Esteri russo ha convocato gli ambasciatori a Mosca di Lettonia, Lituania ed Estonia, per comunicare l’espulsione di alcuni diplomatici delle rispettive rappresentanze in Russia. Una ritorsione per la decisione dei Paesi Baltici di espellere diversi diplomatici russi il 18 marzo perchè ”persone non gradite”.
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