L’assemblea era stata sospesa nel luglio scorso
Tunisi – Il presidente tunisino ha sciolto il parlamento in quello che è l’ultimo colpo alla giovane democrazia del Paese nordafricano. Kaïs Saïed ha annunciato la decisione mercoledì, dopo che i parlamentari, guidati dal presidente del parlamento e leader del partito islamista Ennahdha, Rachid Ghannouchi, hanno tenuto una sessione virtuale dell’assemblea cercando di annullare le sue mosse dell’anno scorso per assumere ampi poteri, atti che l’opposizione descrive come “un colpo di stato”.
Tra queste mosse, Saïed ha sospeso le attività del parlamento, che non si riunisce ufficialmente da luglio 2021. Il presidente all’epoca sostenne che il paese stava affrontando un “pericolo imminente” a causa delle proteste e della crisi economica, e da allora ha governato il paese per decreto.
Saïed ancora favorito dai sondaggi ma cala il gradimento
Il presidente tunisino rimane comunque in testa nelle intenzioni di voto per le presidenziali, con il 76% delle preferenze degli elettori, ma perde due punti percentuali rispetto all’indagine precedente. Un dato che gli consentirebbe comunque di vincere agevolmente al primo turno. Scende di tre punti percentuali il tasso dei tunisini soddisfatti del comportamento di Saïed, ovvero il 65%.
È quanto riporta l’ultimo sondaggio della Emrhod Consulting, commissionato dai media Business News e Attessia tv, secondo il quale tuttavia il 26% degli intervistati ha dichiarato di non sapere chi votare, mentre il 8% ha detto che voterebbe per la leader del Partito Destouriano Libero (Pdl), Abir Moussi.
Staccati al 3% Safi Saïd, al 2% l’ex presidente Moncef Marzouki e all’1% Fadhel Abdelkefi, Mohamed Abbou e Abdelfattah Mourou.
Le “Primavere arabe”
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