Sono 135 i seggi ottenuti dal premier in carica mentre la coalizione di opposizione di Márki-Zay, ferma al 35,04%, ne porta a casa 56
Budapest – Secondo i risultati definitivi delle elezioni di ieri in Ungheria, al 99% dello spoglio Fidesz-Kdnp, il partito cristiano-democratico di Viktor Orban, ha ottenuto il 53,1% delle preferenze (2,8 milioni voti), che si traducono in 135 seggi. Alleanza Uniti per l’Ungheria dello sfidante Peter Marki-Zay ha raggiunto invece solo il 35,04% (1,8 milioni voti), cioè 56 seggi.
Il partito di estrema destra, Movimento della Patria, ha avuto il 6,2% (0,3 milioni voti), 7 seggi. I Rappresentante della minoranza di lingua tedesca, infine, hanno 1 seggio. L’affluenza alle urne è stata del 69,54%.
Quanto al referendum anti-Lgbt, tenuto ieri in concomitanza con le elezioni, è risultato nullo per mancanza di quorum: i voti espressi sono stati il 44% mentre la legge richiede oltre 50%.
Il punto sulla rielezione
Neanche lui si aspettava una vittoria “così grande come la luna”, come ha detto ieri sera davanti alla folla di Budapest. Una vittoria “che certamente si vede anche da Bruxelles”, ha incalzato Viktor Orban, ottenuta “contro tutti”, ossia contro “imponenti centri di potere internazionali”, tra cui “le élite burocratiche” dell’Unione europea, il finanziere George Soros, i media di mezzo mondo e persino Volodymyr Zelensky, che pochi giorni fa l’aveva accusato di essere “l’ultimo in Europa a sostenere ancora Vladimir Putin”.
Fatto sta che i numeri hanno dato ragione al premier magiaro e contrariamente alle aspettative – i sondaggi della vigilia ipotizzavano una forbice ben più stretta -, il partito nazional-conservatore di Orban ottiene comodamente i due terzi del parlamento, mentre i successi dell’alleanza d’opposizione “Uniti per l’Ungheria” si fermano alle sole circoscrizioni della capitale Budapest.
Ma soprattutto, con un’affluenza alle urne pari al 69,7%, Fidesz è riuscita a conquistare 135 dei 199 seggi del Parlamento ungherese, il che significa che anche il quarto mandato consecutivo del premier poggia su una maggioranza strabiliante rispetto a quanto cui siamo abituati alle nostre latitudini.
Le opposizioni si dovranno accontentare di 57 seggi, peraltro da suddividere tra le sei formazioni dell’alleanza guidata da Marki-Zay, con la sua componente piu’ solida – la Coalizione democratica – che non va oltre i 20 seggi. Ovviamente Peter Marki-Zay non l’ha presa bene.
“Non contestiamo che Fidesz abbia vinto l’elezione, ma contestiamo l’affermazione che si sia trattato di un voto libero e democratico”, ha affermato a urne ancora calde il leader dell’opposizione. Per quanto riguarda la distribuzione del voto, Fidesz ha vinto a man bassa nelle campagne mentre lo schema è ribaltato a Budapest, dove l’opposizione ha conquistato 16 collegi elettorali su 18. Tuttavia, per lo sfidante la sconfitta più cocente è stata quella nella sua stessa circoscrizione: Marki-Zay è stato infatti battuto da Janos Lanar, di Fidesz, nella città di cui è sindaco, con un vantaggio di 13 punti percentuali.
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