Il presidente di AdSP, ieri in Commissione Trasporti alla Camera, ha annunciato che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha dato un primo via libera al progetto
Genova – Non stop sul dislocamento dei depositi chimici di Carmagnani e Superba, ieri in Commissione Trasporti alla Camera dei Deputati. L’ultimo a parlare, dopo le aziende, i comitati e i municipi interferiti, è stato Paolo Emilio Signorini, presidente di AdSP, che ha provato a buttare acqua sul fuoco dei nodi più polemici della questione: la perdita di posti di lavoro e di accosti, la sicurezza e il tema ambientale.
Questo il suo discorso integrale. Nel video scorrono le slide che ha presentato nel corso della sua audizione.
Il PUC del 2015
“Partirei dalla prima slide e da una premessa, noi siamo partiti da un’esigenza di ricollocazione dei depositi chimici dall’attuale posizione di Multedo che è un’istanza da diverso tempo all’attenzione delle istituzioni. Ovviamente, vedete anche dal circoletto ma l’avete già visto nella mattinata, sono fortemente antropizzati. In questo momento la delocalizzazione in ambito portuale è stata all’attenzione parliamo di atti programmatici di pianificazione già nel piano urbanistico comunale – il PUC – del 2015, le aree di Multedo si prevede che vengano destinate alla riqualificazione del tessuto urbano con il superamento della collocazione dei depositi che avrebbero dovuto essere collocati d’intesa con l’autorità portuale in un ambito portuale. Nel 2015, nei lavori propedeutici alla predisposizione del Piano Regolatore di Sistema Portuale, erano stati già ipotizzate alcune aree in porto tra cui le aree demaniali di porto petroli a Multedo e alcune aree del bacino di Sampierdarena anche nella parte centrale ipotizzabile come ponte Somalia.
Rispetto a tale ipotesi, nella fase di scoping della valutazione ambientale strategica che la Regione Liguria ha concluso nel 2015, non erano emerse osservazioni. Da ultimo nel programma straordinario come sapete la ricollocazione è stata inserita tra gli interventi strategici”.
La deliberazione del 30 dicembre 2021
“Cosa ha fatto l’autorità di sistema portuale? Nella deliberazione del comitato del 30 dicembre 2021 è stata avviata la procedura demaniale e si è previsto che l’accordo sostitutivo, cioè sostanzialmente l’atto che metterà d’accordo i soggetti che hanno fatto l’istanza con l’attuale concessionario – l’Autorità di Sistema Portuale -, dovrà prevedere da un lato l’effettiva estensione del compendio, avendo ovviamente grande attenzione – come si legge nella delibera – al mantenimento dei livelli occupazionali, al livello dei traffici, e allo sviluppo degli investimenti.
La seconda attenzione che è stata posta in delibera è la migliore compatibilità del progetto con le attività limitrofe.
Voi sapete che alcuni concessionari limitrofi hanno posto temi di accosto nave (in particolare Grimaldi, ndr), di interferenze tra attività e altri concessionari già esistenti. Fondamentalmente l’attività che si prevede svolgere nel nuovo deposito, consisterà nello stoccaggio e movimentazione dei prodotti già trattati a Multedo. Ora io non so se tutti i membri della commissione abbiano cognizione di quali prodotti si parla perché forse le sigle come metanolo, glicoli, acetato di vinile, possono essere un po’ oscuri, fondamentalmente parliamo di prodotti destinati all’industria farmaceutica, chimica e cosmetica del Nord Italia. I prodotti che fanno Multedo sono gli stessi che dislocheranno”.
Su Grimaldi, poi, alle domande dei deputati Signorini ha risposto che il lato ponente, su cui principalmente attraccano le sue navi, resterebbe a disposizione.
“L’ultima riserva di quella delibera è che lo sviluppo del progetto definitivo, e noi a base dell’adeguamento tecnico funzionale abbiamo messo un progetto di fattibilità, ovviamente verrà sottoposto al parere vincolante del comitato tecnico regionale che effettuerà i controlli della cosiddetta legge Seveso, e quindi per i profili di sicurezza e di compatibilità tra le diverse attività limitrofe anche con riferimento alle curve di danno, nonché alle norme di sicurezza per il deposito di minerali“.
Ansie sulla sicurezza? “Il progetto definitivo non è che viene approvato da persone che passano da lì per caso”
“Questo investimento è ovvio che solleva ansia preoccupazioni, ci sono profili di sicurezza, è un deposito chimico, però bisogna che sia che ci sia quella consapevolezza di una divisione del lavoro cioè non tutti fanno tutto. Noi sappiamo che il progetto definitivo non è che viene approvato da persone che passano da lì per caso. Ci sarà un comitato tecnico regionale che proprio con riferimento alla legge Seveso farà tutti i controlli di sorta”.
“Adeguamento” e non variante
“Cosa è successo a valle della trasmissione dell’istanza di adeguamento tecnico funzionale? Noi abbiamo chiesto un adeguamento tecnico funzionale per ottenere che negli ambiti territoriali – che sono chiamati S2 e S3 – dove ponte Somalia si inserisce, noi abbiamo alcune articolazioni funzionali che lì vedete scritte C1,C2,C3, a queste articolazioni funzionali se ne aggiunga una che è C5 dice movimentazione e stoccaggio anche di prodotti chimici. Questo è l’adeguamento tecnico funzionale che viene chiesto al Consiglio superiore.
E il Consiglio superiore, con parere del 29 marzo, ha detto che è un adeguamento tecnico funzionale. Avrebbe potuto dire che è una variante, con tutta una serie di ulteriori aggravamenti procedurali, e invece ha convenuto sul fatto che sia una modifica non sostanziale.
Quindi Signorini ha elencato le considerazioni positive effettuate dal Consiglio, in particolare “valutando i termini emissivi dei tre ponti, Somalia e i due limitrofi, ha detto che il carico ambientale non risulta superiore rispetto alle previsioni del piano regolatore portuale e che l’attività delle due società è compatibile con il contesto all’intorno“.
I punti critici e le integrazioni richieste dal Cslp
“Queste sono le cose positive. Però il Consiglio superiore ha chiesto anche delle integrazioni che manderemo tra oggi e domani. Riguardano le matrici ambientali – acqua, suolo, rifiuti -, l’impatto emissivo, gli aspetti geotecnici e strutturali, e l’aeroporto.
Il Consiglio superiore ci ha chiesto di dare conto della posizione dell’Enac. L’Enac, nella precedente collocazione sul deposito nell’area del ponte Nino Ronco, aveva detto siamo in un’area in parte di tutela B e in parte di tutela C (cioè l’area del cono aereo) e aveva sollevato delle problematiche. Ponte Somalia solo in testata ha un piccolo pezzo in area C, allora l’accordo è che il progetto di delocalizzazione prevedrà all’interno di questa zona C solo serbatoi che non conterranno prodotti classificati come infiammabili o come pericolosi per l’ambiente, e che anche le chimichiere accosteranno al di fuori di tale area. Il progetto di delocalizzazione è stato discusso formalmente con l’Enac che darà la sua autorizzazione in fase approvativa”.
L’ordinanza 32/2001
Il numero uno di palazzo San Giorgio si è detto anche convinto che “in fase autorizzativa la Capitaneria adotterà uno specifico regolamento per gli aspetti legati alla sicurezza della navigazione” con i quali si arriverà al superamento “dell’ordinanza 32/2001” per cui le navi cisterna oggi non potrebbero attraccare.
Considerazioni su iter e tempi
A proposito dell’iter e dei tempi, Signorini ha spiegato che “se mandiamo domani le integrazioni, entro 30 giorni avremo il parere definitivo del Consiglio superiore sull’ATF – cioè l’adeguamento tecnico funzionale – e a quel punto procederemo alla sottoscrizione dell’accordo sostitutivo” che naturalmente coinvolgerà i soggetti che hanno fatto l’istanza – Superba e Carmagnani – che poi produrranno il progetto definitivo”.
A questo punto “il progetto verrà sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e al parere del CTR, il Comitato Tecnico Regionale. Quindi lo porteremo in conferenza dei servizi con l’acquisizione del parere di Enac, a cui seguirà il progetto esecutivo e l’avvio dei lavori”.
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Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.