Helsinki – La Finlandia ha deciso di chiedere l’adesione alla Nato. Lo annunciano in una dichiarazione congiunta il presidente, Sauli Niinistö, e la prima ministra finlandese, Sanna Marin. “È un giorno storico, una nuova era si apre”, ha detto il presidente in conferenza stampa.
Il club dei Paesi neutrali si assottiglia: solo Austria, Irlanda, Malta e Svizzera
Con l’adesione già annunciata della Finlandia e quella probabile della Svezia, il club dei Paesi neutrali rispetto alla Nato si sta assottigliando. La guerra in Ucraina ha indotto i due Paesi scandinavi a cercare riparo sotto l’ombrello dell’Alleanza atlantica, il che lascerà solo quattro Stati dichiaratamente neutrali nel Vecchio continente: Austria, Irlanda, Malta e Svizzera. In realtà i primi tre sono membri dell’Unione europea e la quarta ha 120 accordi bilaterali che la legano all’Ue, quindi si tratta di una neutralità solo militare.
L’articolo 47 del Trattato di Lisbona, peraltro, obbliga gli Stati membri dell’Ue a intervenire nel caso un altro membro sia “vittima di un’aggressione sul suo territorio”. Si tratta di Paesi con un saldo ancoraggio occidentale e con forze armate efficienti che in passato hanno già partecipato a molte missioni di pace dell’Onu e in cui – Svizzera esclusa – ora qualcuno si interroga se non sia giunta l’ora di entrare nella Nato.
Un po’ di storia
La neutralità di Vienna fu il prezzo chiesto dall’Urss nel 1955 per il ritiro dal Paese delle quattro potenze occupanti ma ha consentito a Vienna di ospitare importanti agenzie dell’Onu come l’Aiea. Il cancelliere, Karl Nehammer, ha assicurato che Vienna resterà neutrale anche se nel suo Partito popolare in molti chiedono una riflessione almeno sull’adesione alla politica di difesa comune dell’Ue.
Quanto all’Irlanda, dopo aver scelto di non partecipare alla Seconda guerra mondiale per non schierarsi con il Regno Unito contro cui aveva combattuto nel 1921 la guerra per la propria indipendenza, Dublino ha scelto di non aderire alla Nato pur prendendo sempre posizioni molto filo-occidentali. Il premier, Michael Martin, e il presidente, Michael Higgins, hanno sollecitato un dibattito sulla neutralità anche se da un recente sondaggio emerge che solo il 24% è favorevole all’ingresso nell’Alleanza atlantica.
Tra i Paesi neutrali c’è anche Malta. Indipendente dal 1964 e neutrale e non allineato dal 1981, il Paese ha avviato un timido dibattito sull’opportunità di mantenere la neutralità anche alla luce della vulnerabilità del piccolo arcipelago posto nel centro del Mediterraneo.
Infine la Svizzera. È il Paese che incarna la neutralità a livello mondiale fin dal 1815 e nemmeno la guerra in Ucraina ha fatto vacillare l’architrave della politica estera della confederazione. La novità è rappresentata dalla partecipazione alle sanzioni contro la Federazione russa, compreso il suo presidente, e non solo contro gli oligarchi come era avvenuto in passato.
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