Vinto il contest italiano, la scuola ha dominato anche a livello europeo dove uno studente, Luigi Trucco, ha ottenuto il Golden Ticket per le finali della Florida
Genova – Un autobus spaziale per trasportare i clienti business dalla Terra a Marte. Un hub abitabile modulare per ospitare le opere d’arte dell’umanità. E cent’anni avanti nel futuro.
Sono questi gli elementi della European Space Design Competition (EUSDC) di quest’anno, una sfida che ha messo alla prova gli studenti di sette stati europei che, tra gennaio e aprile, si sono battuti, prima nelle eliminatorie nazionali e poi in quelle continentali, lavorando a una simulazione che è durata 36 ore.
L’obiettivo? Progettare insediamenti lontani dal nostro pianeta simulando di lavorare per aziende aerospaziali che competono per aggiudicarsi contratti interplanetari molto redditizi. E tutto questo attenendosi alle regole e ai requisiti contenuti in una proposta fittizia di appalto che quest’anno, per le eliminatorie nazionali, aveva come obiettivo la creazione di un sistema di trasporto tra la Terra e Marte.
Un lavoro tutt’altro che facile che ha messo in competizione 62 studenti divisi in tre gruppi a rappresentare altrettante società immaginarie: Kepler Automation, Olympus Mons Trading Company e Earhart Advanced Industries.
Il contest italiano se l’è aggiudicato il Deledda International School.
Una squadra di sei ragazze e sei ragazzi “tanto determinati che per finire in tempo il progetto penso non abbiano mangiato né a pranzo, né a cena” dice la coordinatrice Myp, Chiara Colucci, che abbiamo incontrato nell’aula di scienze circondata dagli studenti dell’azienda vincente, la Kepler Automation.
“Per loro è stato bellissimo lavorare e confrontarsi con i compagni di tutta Europa”, spiega ancora la coordinatrice aggiungendo che “era la prima volta che la scuola partecipava a questa gara e ci siamo iscritti un po’ al buio, ma i ragazzi hanno messo insieme le competenze acquisite nelle lezioni di Scienze e Design ed è andata bene”.
In corso dal 1984, le Space Design Competitions sono ideate dagli ingegneri della NASA con lo scopo di fornire ai giovani di età compresa tra i 15 e i 18 anni l’opportunità di sperimentare come funziona l’industria del settore spaziale.
E chi vince l’eliminatoria europea va proprio alla NASA, alla finale mondiale del Kennedy Space Center, in Florida.
Ma per arrivare a Cape Canaveral bisognava sbaragliare 57 avversari provenienti da sette nazioni Ue, divisi in sei aziende concorrenti la cui sfida è stata quella di progettare Aesop, un hub destinato a ospitare manufatti e opere d’arte dell’umanità. Il modulo doveva essere costruito sulla luna di Marte, Phobos. La proposta? Farlo diventare il fulcro culturale del sistema solare.
Una bella gara, vinta dalla Earhart Advanced Industries che disputerà la finale mondiale di Merritt Island. Ma per il Dis l’avventura non finisce qui. L’organizzazione dell’EUSDC ha consegnato a Luigi Trucco, alunno della scuola genovese, il Golden Ticket che lo porta direttamente negli USA.
“Come Vicepresidente del reparto di ingegneria dovevo visionare tutti i dipartimenti e assicurarmi che stessero al passo coi tempi, facendo un lavoro di qualità”, racconta Trucco precisando che “questo ruolo di spicco e il fatto di dovermi relazionare anche con chi alla fine ha giudicato i progetti, penso mi abbia aiutato a distinguermi e a ottenere il biglietto per passare in finale”.
Il Deledda International School non è nuova a questa competizioni, nazionali e internazionali, “alle quali i nostri ragazzi partecipano e dove hanno l’opportunità di confrontarsi con tante realtà diverse”, conclude Federica Marzolo, Head del Dis, che poi tiene a sottolineare che “in questo modo possono dimostrare i loro talenti e rendersi conto che quello che studiano a scuola non rimane sui libri ma è una realtà concreta, che può aiutarli a sviluppare interessi anche al di fuori dalla struttura scolastica. Siamo incredibilmente orgogliosi del risultato di questi ragazzi, sia nella Space Design Competitions che per tutto quello che fanno ogni giorno”.
st
Sono una giornalista con il pallino dell’ambiente e mi piace pensare che l’informazione onesta possa risvegliarci da questa anestesia collettiva che permette a mafiosi e faccendieri di arricchirsi sulle spalle del territorio e della salute dei cittadini.
Il mio impegno nel giornalismo d’inchiesta mi è valso il “Premio Cronista 2023” del Gruppo Cronisti Liguri-FNSI per un mio articolo sul crollo di Ponte Morandi. Sono co-autrice di diversi reportage tra cui il docu “DigaVox” sull’edilizia sociale a Genova; il cortometraggio “Un altro mondo è possibile” sul sindaco di Riace, Mimmo Lucano; “Terra a perdere”, un’inchiesta sui poligoni NATO in Sardegna.