Bambini disabili, Macrì: “A Genova situazione indegna, ci sono 1.200 famiglie in attesa di terapie”

Così il coordinatore delle famiglie genovesi con disabilità: “A me piace la politica con la P maiuscola, quella politica che vuole risolvere i problemi delle persone con le persone, la politica che vuole tutelare i diritti civili e sociali più del consenso”

Genova – “Penso a chi ha bisogno continuo di assistenza, a chi vive negli istituti, a chi in qualche modo dipende, per la sua esistenza quotidiana, da farmaci, macchinari o dal sostegno di altre persone.
La disabilità, personale o di un familiare, in molti casi è associata a condizioni precarie di reddito e di occupazione. L’accesso al mondo del lavoro delle persone con disabilità rappresenta un nodo centrale.
Il livello di civiltà di un popolo e di uno Stato si misura anche dalla capacità di assicurare alle persone con disabilità inclusione, pari opportunità, diritti e partecipazione a tutte le aree della vita pubblica, sociale ed economica”.

Queste sono le parole del Presidente Mattarella dette in occasione della Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità. Una realtà che migliaia di famiglie vivono quotidianamente tra difficoltà ad avere i servizi necessari per vivere con dignità e la politica, spesso sorda, a erogare finanziamenti e servizi per tutti quei cittadini che hanno bisogno di sostegno.

In questi giorni di campagna elettorale, tra progetti infrastrutturali mirabolanti e la corsa ad appuntarsi medaglie sul petto per i propri meriti, all’incontro di ieri con Giuseppe Conte è salito sul palco anche Marco Macrì, che rappresenta oltre mille famiglie con figli disabili, per raccontare all’ex premier le difficoltà quotidiane di migliaia di mamme e papà, e consegnargli un dossier.

È una dichiarazione di speranza quella di Macrì che parla di “Genova, la mia Genova, che dovrebbe fare protocolli di accesso per ogni disabilità a musei, cinema, teatri, acquario, Euroflora, salone nautico e concerti. Perché con pochi accorgimenti renderebbe questa splendida città inclusiva non solo sulla carta. Sarebbe bello vedere che a ogni grande opera, a ogni supermercato, il comune e la regione chiedessero una contropartita in compensazione per migliorare il territorio in chiave inclusiva, siano posti di lavoro per persone fragili, siano giochi inclusivi da mettere nei parchi, siano strutture ricreative o sportive per essi. Mi piacerebbe pensare per una volta a istituti bancari che per la disabilità trovano un accordo e fanno un fondo per il dopo di noi dove i genitori aderendo possono costruire il futuro del proprio caro quando loro non ci saranno più”.

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Fabio Palli

Spirito libero con un pessimo carattere. Fotoreporter in teatro operativo, ho lavorato nella ex Jugoslavia, in Libano e nella Striscia di Gaza. Mi occupo di inchieste sulle mafie e di geopolitica.