Curdi consegnati al “dittatore” Erdogan
Lo disse Draghi, l’eccellente Draghi, quello del Governo dei migliori, quello a cui si sono seduti tutti i partiti dell’arco costituzionale esclusa Giorgia Meloni. Ai vari trinariciuti di destra e sinistra potrà anche non piacere questa valutazione ma è solo la verità.
Quella verità a cui tutti si appiccicano ma che nel momento in cui esce fuori dà fastidio un po’ a tutti. E per chi fosse corto di memoria, in occasione delle polemiche sul sofagate, Draghi si espresse così nei confronti del Presidente turco: “Con questi dittatori, chiamiamoli per quello che sono, di cui però si ha bisogno, uno deve essere franco nell’esprimere la propria diversità di vedute e di visioni della società; e deve essere anche pronto a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese. Bisogna trovare il giusto equilibrio”.
E l’Europa l’equilibrio lo ha sempre trovato nei confronti della Turchia, soprattutto quando si è trattato di foraggiare Erdogan con una montagna di soldi per arginare i profughi da Afghanistan, Siria, Giordania. Insomma un vicino scomodo e un po’ violento ma che ha nel suo dna tutto ciò che serve a preservare un po’ di tranquillità in Europa. Un vero talento quello di Recep Tayyip Erdogan che ha dato il suo assenso all’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato, al termine di lunghe e complicate trattative, portate avanti dal Segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, la premier svedese, Magdalena Andersson, e il presidente finlandese, Sauli Niinisto. E con questa trattativa, volta a salvare e difendere i valori occidentali, abbiamo tradito il popolo curdo, invisibile agli oligarchi occidentali, tranne quando c’era da fermare lo Stai Islamico.
Il popolo invisibile
Perchè di fatto i curdi non esistono, anche se in realtà sono più di 40 milioni. Il Kurdistan non è uno Stato riconosciuto, e il “popolo invisibile”, in molti paesi non può neanche utilizzare la sua lingua. I curdi sono sparsi nelle terre di confine tra Turchia, Siria, Iraq e Iran, Sparsi e sono sotto sterminio da sempre. La comunità internazionale in balia dei terroristi dell’IS e alle prese con una guerra che sembrava persa in partenza, ha scoperto che in realtà c’era un popolo, invisibile, che però nel 2015 ha fermato l’avanzata del califfato.
Centomila curdi nel mirino di Erdogan
Ma una volta rallentata l’avanzata dello Stato Islamico, e dopo aver guadagnato l’ipocrita riconoscenza di Europa e Stati Uniti, di fatto l’occidente è rimasto silenzioso davanti all’invasione turca nel nord della Siria con il dichiarato intento di “dare una lezione ai curdi”.
Con la firma del memorandum da parte di Turchia, Svezia e Finlandia che prevede l’estradizione di membri del Pkk, considerati tutti terroristi, ma anche dell’Ypg, il democratico occidente ha condannato a morte centomila rifugiati curdi nei paesi scandinavi.
E mentre siamo concentrati a salvare, giustamente, gli ucraini dalla follia di Putin, facciamo affari con il “dittatore” Erdogan che in Kurdistan continua a massacrare curdi anche grazie ai nostri elicotteri Mangusta. Siamo proprio brava gente.
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