Governo Draghi a gonfie vele contro gli scogli, anche se la capacità di sopravvivenza della politica Italiana riesce a raggiungere vette impensabili
Quello del Governo Draghi è un carrozzone lanciato verso un futuro incerto, ma non il solito già visto in tanti decenni di governi d’emergenza o governicchi estivi e balneari. Questo è traballante e perde pezzi qua e là, con personaggi che si atteggiano a grandi statisti ma sono gli scarti dei partiti della prima Repubblica. Come pelle morta su uno zombie delle migliori serie televisive, penzolano sulle nostre vite decidendo su cosa investire, come spartire le fettine di potere senza che nessuno si arrabbi troppo, e soprattutto come replicarsi a spese della comunità.
E quale migliore occasione della Convention di “Italia al Centro” per cercare di capire cosa ci verrà cucinato per le prossime elezioni politiche?
Partendo da chi conta, da chi decide perchè ha un qualche ruolo istituzionale, Mariastella Gelmini , Ministra per gli Affari regionali, a margine della Convention ha dichiarato che “ci sono alcune fibrillazioni politiche ma il Governo va avanti, sta lavorando alacremente e il 30 di giugno abbiamo rispettato le scadenze previste dal Pnrr per incassare la seconda tranche di finanziamenti”.
E poi, per sgomberare il campo da eventuali illazioni, perchè a pensar male può essere che ci si azzecchi, Gelmini ha aggiunto: “Sono qui come ministro degli Affari regionali, invitata da un governatore come Giovanni Toti che sta lavorando bene sul suo territorio e con il quale condivido un’agenda istituzionale. Sono qui non per inseguire collocazioni politiche o geometrie politiche, ma per raccontare quello che stiamo facendo al Governo sul Pnrr, per rispettare le scadenze, sull’autonomia differenziata, per contrastare il caro energia e il caro materie prime, per sostenere famiglie e imprese. Questo è il senso della mia presenza qui”.
Quindi niente geometrie, niente accordicchi su un eventuale prossimo centro, ma solo l’interesse della nazione. Mentre Giovanni Toti, padrone di casa, dopo aver inventato e cancellato un po’ di partiti, sembra aver trovato un centro di gravità permanente.
Italia al Centro è un’idea…
“Italia al centro è un movimento politico ma soprattutto vuole essere un’idea che dica cosa deve fare l’Italia per recuperare terreno dopo la pandemia e in questo tempo di guerra. Quello che faremo qui oggi è un programma, una agenda, uscendo dall’asfittico gioco delle alleanze: vogliamo parlare di ciò che serve al paese, politica industriale, politica energetica, politica finanziaria, politica ambientale, i diritti delle donne; tutti temi che spesso lasciano spazio ai dibattiti su centri e centrini”.
Centri e centrini ma anche comitati, comitatini e comitatetti
È un po’ una fissa del Governatore quella di pensare “grandi e importanti” solo le cose che fa lui, anche se poi si riducono, almeno fino ad oggi, a ben poca cosa. Pensiamo all’irrilevanza di partiti come “Coraggio Italia”, dissolto in questo nuovo movimento che è “Italia al Centro”. Quindi tra “centri e centrini”, come li definisce non senza presunzione l’ex creatura di Berlusconi, che fa il paio ai “comitati, comitatini e comitatetti”, rivolto ai cittadini genovesi che avanzavano pretese di normalità ai tempi del crollo di ponte Morandi, il momento della verità per Giovanni Toti si avvicina con le politiche. O spiccherà il volo o rimarrà un politico di seconda fila.
Siamo una forza progressista in economia, reazionaria nei costumi e conservatrice in politica
L’apertura della Convention, e la perimetrazione politica della “nuova idea” di Toti, spetta a Gaetano Quagliariello che spiega: “Siamo una forza progressista in economia, reazionaria nei costumi e conservatrice in politica. Un cantiere ha bisogno di essere organizzato e ha bisogno di guarnigioni e serve manodopera. Qui ci sono persone che hanno sempre creduto che una forza centrale, liberale, moderata sia necessaria. Ma c’è il rischio che quest’area scompaia dalla geografia italiana e noi stiamo lavorando perchè questo non accada e cerchiamo di farlo in maniera inclusiva”.
E a dare la cifra politica di chi parteciperà a questo grande centro, è stato Carlo Calenda leader di “Azione”: “L’area di centro è un cantiere aperto, dobbiamo fare massa critica ma lo dico con franchezza: non vi mettete in mezzo a politicanti che non aggiungono valore, no alle vecchie scorie di centro. Noi non siamo il centro ma la rivoluzione del pragmatismo, se avrete la nettezza dire che non funziona il tutti dentro, ma che invece devono stare insieme persone pragmatiche e serie, allora avremo un successo insperato, se al contrario dite che è un cantiere aperto a tutti vi annacquate in un indefinito che non porterà un voto”.
Il momento del coraggio
Per Calenda “questo e’ il momento del coraggio, è arrivato il momento di far capire ai partiti delle grandi famiglie popolari, socialdemocratiche e liberali, che non si devono più sottomettere a populisti e sovranisti e che è il momento del riscatto, dove il centro è il luogo delle scelte nette e delle persone per bene e capaci e su questo staremo insieme, io sono qui per aprirvi le porte alla costituente”.
Ma Calenda non disdegna anche un colpetto a Silvio Berlusconi paragonandolo a Luigi XVI (e forse sottostimandolo) : “Sul fronte del centrodestra c’e’ Silvio Berlusconi che dice di rappresentare il centro. Roba da Luigi XVI. E come governeranno? Chi sarà il candidato premier, Giorgia Meloni? E’ brava… cosa ha gestito fino ad adesso? Niente. Noi ci prendiamo il polo del buongoverno, non serve la politica dei due forni, ma una potente iniziativa di liberazione delle forze che ha il Paese”.
Il centro è di tutti
Anche Toti replica al Cavaliere: “Oggi c’e’ chi sostiene di rappresentare il centro, ma io dico che il centro è di tutti, di tutte le persone che vogliono dare un contributo per cambiare la politica italiana, altrimenti rischia di essere un centrino, qualcosa di poco utile alla politica. “Italia al centro” vuole essere questo , porre al centro i problemi dei cittadini e porre al centro quegli amministratori che in tutte le città lavorano con competenza”.
Roba che fa rimpiangere Piccoli, Storti e Malfatti, loro politici veri.
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