“Non possiamo restare in silenzio e aspettare che Toti e Profiti smantellino la nostra sanità regalandola ai privati. Scendiamo in piazza tutti insieme, senza bandiere politiche”
Genova – “Non possiamo lasciare che Toti e Profiti facciano a pezzi la sanità pubblica regionale, serve una grande manifestazione apartitica di tutti i liguri”. Questa l’iniziativa lanciata dai consiglieri regionali della Lista Sansa contro lo smantellamento e la privatizzazione della sanità ligure.
Questo l’allarme lanciato in una nota da Ferruccio Sansa che poi aggiunge: “L’ultimo segnale è stato la fusione annunciata tra San Martino e Villa Scassi – spiega il capogruppo Ferruccio Sansa -. Il risultato sarà lo smantellamento dell’ospedale di Sampierdarena e delle sue competenze. Parliamo di un ospedale che ha un’eccellenza come il Centro Grandi Ustionati e che per alcune patologie tumorali riesce ad operare entro 15 giorni anziché i due mesi di attesa del San Martino. E tutto ciò, siamo pronti a scommettere, sarà a favore di qualche colosso privato che sbarcherà agli Erzelli. Magari gli stessi che hanno finanziato le campagne elettorali di Toti”.
La fusione tra Villa Scassi e San Martino, uscita a mezzo stampa e mai discussa in sede di Consiglio e di Commissione regionale, ha sollevato un altro problema che sottolinea la consigliera regionale Selena Candia. “E’ assurdo che noi consiglieri regionali non possiamo accedere al nuovo piano socio sanitario – attacca -. Sembra che le decisioni non siano né pianificate né condivise, ma siano solo nella testa di Profiti”. “Il progetto – aggiunge Candia – più che a far funzionare la sanità nel ponente sembra andare nella direzione dello sbarco dei privati agli Erzelli”.
Non solo la sanità genovese
L’iniziativa della manifestazione di piazza lanciata dalla Lista Sansa non ha solo la sanità genovese al centro, ma tutta l’organizzazione delle strutture ospedaliere e sanitarie da Ventimiglia a Sarzana. “Alla Spezia attendiamo da decenni la realizzazione dell’ospedale Felettino, sul cui progetto la Corte dei Conti ha indicato forti criticità di fattibilità finanziaria e convenienza economica – spiega il consigliere regionale della Lista Sansa, Roberto Centi -. La Asl5 è quella con il più basso numero di personale tra le Asl liguri e i circa duecentomila abitanti della provincia spezzina sono spesso costretti a rivolgersi ad altre regioni per cure dignitose. A queste fughe di pazienti, si è aggiunto anche l’addio di un’eccellenza come il primario di chirurgia Stefano Berti che lascerà Spezia per andare a lavorare in Piemonte. Abbiamo poi i nodi irrisolti dell’ospedale di Sarzana e del Sant’Andrea”.
Alle situazioni segnalate dai tre consiglieri regionali della Lista Sansa si aggiungono anche altre situazioni sul territorio regionale che negli ultimi mesi sono state denunciate. “Lo scorso marzo siamo scesi in piazza alla grande manifestazione dei cittadini di Albenga per chiedere la riapertura del pronto soccorso – spiega Ferruccio Sansa -. Insieme allo smantellamento del Santa Maria Misericordia di Albenga, a ponente stiamo assistendo alla stessa sorte per l’ospedale di Cairo Montenotte (dove ci sono sale operatorie nuove che rischiano di restare inutilizzate), per la neonatologia del Santa Corona di Pietra Ligure e per la privatizzazione del Saint Charles di Bordighera”. “C’è poi poi il caso del Tigullio dove per una visita geriatrica con l’Asl4 l’attesa è di un anno – aggiunge Sansa – e poi ancora il caso dei 1.200 bambini con disabilità che attendono terapie (alcuni hanno atteso dieci anni per essere assistiti!) e l’entroterra dimenticato senza medici, come la Val Trebbia. Per quest’ultimo caso eravamo riusciti a far stanziare 300 mila euro per i medici condotti ma le risorse sono ancora in qualche cassetto della Regione”.
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