Arera valuterà se le risorse stanziate sono sufficienti per affrontare l’aumento del gas
La politica e tutta impegnata in una breve campagna elettorale estiva in vista delle elezioni politiche del 25 settembre, ma l’andamento dei prezzi del gas, ieri in apertura a 291 euro a megawattora, poi sceso nel corso della giornata a 265, sarà il primo problema che dovrà affrontare il nuovo esecutivo in vista dell’autunno.
L’aumento del gas è mera speculazione?
Mario Draghi, in una riunion e a Palazzo Cghigi con i tecnici, sta valutando se il prezzo del gas è una mera speculazione, quindi un fatto temporaneo, o se è una rialzo strutturale che va, quindi, affrontato in maniera differente. Perché se l’ipotesi è che il costo dell’energia possa aumentare o rimanere su questi livelli potrebbe intravvedersi all’orizzone la necessità di un piano di razionamento drastico.
Il sottosegretario Roberto Garofoli, uomo di fiducia di Draghi, palco del Meeting di Rimini ha assicurato che “I recenti aumenti dei prezzi delle fonti energetiche determinano ulteriore preoccupazione. Il governo continuerà nelle prossime settimane a monitorare questa situazione e a muoversi sul solco tracciato dal Capo dello Stato al momento dello scioglimento delle Camere”.
Ma cosa ci aspetta per i prossimi mesi?
L’idea di massima è quella di non varare nuovi decreti e di lasciare al nuovo Governo la responsabilità di prendere i provvedimenti necessari ad affrontare un eventuale aggravamento della situazione energetica, a meno che la situazione non precipiti e si debba intervenire drasticamente nelle prossime settimane.
Certo, nel caso si dovesse procedere a un nuovo decreto d’urgenza, su cui dovrebbero convergere gli esponenti della vecchia maggioranza che adesso sono polverizzati in nuove coalizioni in conflitto tra di loro, metterebbe in seria difficoltà chiunque.
Il problema lo dovremo affrontare comunque in ottobre quando arriverà l’aggiornamento delle tariffe da parte di Arera, l’Autorità dell’energia, che potrebbe portare nelle case degli italiani anche bollette raddoppiate nonostante il decreto Aiuti bis che risulterebbe, quindi, inefficace.
La verifica delle tariffe
La verifica delle tariffe, secondo Stefano Besseghini, Presidente di Arera, sarà da effettuare il settembre, per capire se le risorse stanziate sono sufficenti ad affrontare l’andamentoi dei prezzi.
Le stime di Coldiretti
Secondo le stime di Coldiretti, “il caro energia mette a rischio l’intera produzione alimentare con effetti sui principali fornitori con il vetro che costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra un incremento del 15% per il tetrapack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica”.
Il risultato prevedibile è un forte rincaro dei prezzi al consumo in autunno con il rischio anche di tagli alla produzione e un ulteriore aumento della dipendenza dall’estero dopo che le importazioni di prodotti agroalimentari, dal grano per il pane al mais per l’alimentazione degli animali, sono cresciute in valore di quasi un terzo (+29%).
Rischiamo di trovarci ad affrontare un autunno difficile proprio nel periodo di passaggio tra il vecchio e il nuovo esecutivo, considerando che il nuovo Governo non sarà pienamente operativo prima di novembre. Insomma siamo nella classica situazione in cui si scontrano vita ed esigenze reali con i tempi della politica, che sono lenti per le necessità dettate dagli accordi tra i partiti per la spartizione dei ruoli di potere.
Ma cosa succederà se dovesse scattare un piano di razionamento?
Di certo nelle abitazioni si dovrebbe ridurre la temperatura di almeno 2 gradi e con un ridotto periodo di accensione dei termosifoni. L’illuminazione pubblica verrebbe ridotta lameno del 30% e se non dovesse bastare si procederebbe alla chiusura anticipata di negozi e uffici.
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