Era stata internata nel campo come soldato, dopo aver disertato
Milano – Lucy Salani è l’unica transgender italiana ad essere sopravvissuta ai campi di concentramento.
Durante la prigionia a Dachau il suo compito era quello di “portare i cadaveri alla cremazione – ha raccontato -. Tutte le mattine dopo l’appello ero obbligata a trasportare i corpi dalle baracche. Dovevamo stenderli tutti in fila e mettere un nastrino col numero perché lì le persone non avevano un nome”.
A 98 anni, ancora indomita, lotta per i diritti transgender e contro il fascismo.
Partecipando all’inaugurazione della festa organizzata a Milano dall’associazione per i diritti arcobaleno I Sentinelli, ha parlato della propria vita e, di fronte alla prospettiva della vittoria di Giorgia Meloni alle prossime elezioni del 25 settembre, ha detto: “È una vergogna. Una donna che si può permettere la sfacciataggine di dire di toglierci i nostri diritti. Questo non lo ammetto, è un’infamia. Come si può definire una persona che ignora quello che abbiamo subito? Ma siete spaventosi”.
Alle sua spalle la mostra “Omocausto”, curata dall’arcigay di Reggio Emilia, che ricorda l’eccidio di gay, lesbiche e transgender durante la seconda guerra Mondiale.
c.p.